Non un solo sentiero, guida i viandanti alla vetta.
Non uno solo, il versante percorribile. Ma molti, tanti
forse infiniti i cammini possibili. E altrettante le tappe.
Perché avere timore di chi semplicemente percorre il sentiero dal versante opposto? Potrebbe aver visto panorami che non riusciamo a scorgere. Potremmo incrociarci, e raccontarci reciprocamente di questi panorami che non possiamo vedere… nessuno di noi può vedere tutto. NESSUNO davvero.
Perché avere timore di chi semplicemente percorre il sentiero dal versante opposto? Potrebbe aver visto panorami che non riusciamo a scorgere. Potremmo incrociarci, e raccontarci reciprocamente di questi panorami che non possiamo vedere… nessuno di noi può vedere tutto. NESSUNO davvero.
E’ da molto che cerco di pubblicare questo appello, e forse
eccolo, il momento buono.
Tanti sono i sentieri verso Dea, in generale. Tanti, nello
specifico, i percorsi ispirati alla tradizione Avaloniana, e sempre di più se
ne creano, basta guardare rapidamente i risultati di ricerca su google.
In questo accorato appello, voglio denudarmi, scoprire il
mio orgoglio, nella speranza che possa tornare utile a chi, come me, desidera
tendere la mano e non innalzare muri. Non più.
Non sono sempre stata così. Per cultura ed educazione
ricevuta.. la mia mole di rabbia faceva in modo che il mio ego si sentisse
sempre sotto attacco, sempre ferito.
Quando si è stati a lungo feriti, diciamo anche maltrattati, è ciò che accade. Dobbiamo tutti salvare la nostra dignità. La nostra identità.
Talvolta è così, che “l’altro” finisce per diventare minaccioso. Ci sembra che per il solo fatto di essere diverso da noi, questo possa rappresentare la distruzione del nostro mondo.
E anche io ci sono passata. Quanto più credevo di aver trovato un pezzo di me, a fatica, perché è una lotta, è difficile, tanto più mi accanivo contro coloro che un po’ mi somigliavano, ma non mi erano identici.
Questo perché avevo paura. Di smarrirmi, di perdere quanto avevo conquistato.
Ero io così, io “lo vedevo”, come potevano (o osavano) gli altri non vedere?
La mia autostima era così bassa, che necessitavo del controllo, del potere. Quel potere riempiva il vuoto della mia insicurezza. Se altre persone combattono contro il mio stesso “nemico”, io ho la scusa per non mettermi mai in discussione. Ecco perchè, a volte, si cerca il potere.
Quando si è stati a lungo feriti, diciamo anche maltrattati, è ciò che accade. Dobbiamo tutti salvare la nostra dignità. La nostra identità.
Talvolta è così, che “l’altro” finisce per diventare minaccioso. Ci sembra che per il solo fatto di essere diverso da noi, questo possa rappresentare la distruzione del nostro mondo.
E anche io ci sono passata. Quanto più credevo di aver trovato un pezzo di me, a fatica, perché è una lotta, è difficile, tanto più mi accanivo contro coloro che un po’ mi somigliavano, ma non mi erano identici.
Questo perché avevo paura. Di smarrirmi, di perdere quanto avevo conquistato.
Ero io così, io “lo vedevo”, come potevano (o osavano) gli altri non vedere?
La mia autostima era così bassa, che necessitavo del controllo, del potere. Quel potere riempiva il vuoto della mia insicurezza. Se altre persone combattono contro il mio stesso “nemico”, io ho la scusa per non mettermi mai in discussione. Ecco perchè, a volte, si cerca il potere.
L’ho conosciuto, si,
ed è anche per questo che lo temo. E ora lo rifiuto. Perché quando si ha
sofferto, il lavoro non finisce mai, e quasi ogni giorno mi ripeto le parole
che scrivo qui, per non caderci mai di nuovo….per non rinunciare a crescere. Per non fare del male inutilmente.
“L’altro”, il “nemico”, non lo conosci davvero. Anzi, temi
di conoscerlo, perché se magari scoprissi che non è poi così male, il palco
cascherebbe!!!! –E’ la tradizione che seguo, nella quale mi sono formata,
davvero così male?
Non lo conosci, “l’altro”, ma ci proietti in lui cose, azioni e pensieri che sono coerenti con il ruolo che vuoi che lui ricopra. Di solito, un ruolo terribile. “Se l’altro è cattivo, se sbaglia io allora ho ragione. E io voglio aver ragione!” -Che cosa hai bisogno che “io” diventi, perché tu possa continuare a sentirti quello che desideri essere? Io non lo voglio, questo ruolo! Io non sono un pericolo per te. La mia tradizione, non è un pericolo per te.
Non lo conosci, “l’altro”, ma ci proietti in lui cose, azioni e pensieri che sono coerenti con il ruolo che vuoi che lui ricopra. Di solito, un ruolo terribile. “Se l’altro è cattivo, se sbaglia io allora ho ragione. E io voglio aver ragione!” -Che cosa hai bisogno che “io” diventi, perché tu possa continuare a sentirti quello che desideri essere? Io non lo voglio, questo ruolo! Io non sono un pericolo per te. La mia tradizione, non è un pericolo per te.
(scrivo in prima
persona, per semplificare la comprensione)
E’ vero o no che accade questo? L’ho sperimentato, sia da una parte, che dall’altra.
MA IO CREDO DAVVERO CI SIA POSTO PER TUTTI/E. DAVVERO. C’è
un altro modo di vedere le cose. Che permette a chiunque di alleggerirsi e
vivere più serenamente.
In Italia, inoltre, siamo anche abituati a un pensiero “unico”. Si, ci sono quelli che fanno “le cose giuste”, e quelli che deviano.
C’è da secoli un’unica religione, quella “giusta”. E poi ci
sono gli eretici, gli infedeli. E ahimè, in questo siamo cresciuti/e. Che
nemmeno ce ne rendiamo conto!
C’è una dieta giusta, e poi ci sono quelli strani, i pazzi.
C’è la genitorialità giusta, e le madri snaturate.
C’è una moda giusta, e ci sono poi i fricchettoni,
stravaganti, straccioni.
C’è una squadra di calcio del cuore, gli altri picchiamoli
allo stadio.
Un unico modo, un unico sentiero.
C’è un partito giusto e unico. Gli altri, se ne vadano in
campo di concentramento. Si, è forte, ma è la medesima logica.
In qualche modo noi Italiani abbiamo più di altri popoli
questa maledizione nelle vene. Separati, appassionati, in guerra perenne.
Campanilisti…
Accade anche nelle mille branchie della spiritualità.
Accade anche nelle mille branchie della spiritualità.
Accade tra i mille sentieri Avaloniani che si stanno formando.
Così simili, e così diversi nell’uso dei propri strumenti.
So che sarà questa la nostra sfida: imparare a rispettarci,
supportarci, anche nelle rispettive differenze e nei rispettivi disaccordi.
O restare a ridicolizzarci, a fondare la nostra identità
sulla differenza dall’altra tradizione, magari esibita con fierezza.
O a stabilire chi stia camminando sull’Unica Via, quella Giusta, e chi invece no. Davvero crediamo ancora all’Unica Via? A me questo si, fa paura!! Chi lo dice quale è più giusta? In base a quale obiettivo? In base a quali strumenti?
Fare a gara a chi sia più degno di esser chiamato sacerdote o sacerdotessa, impegnando più le nostre energie a criticare l’altro, piuttosto che ingentilire il mondo attorno a noi, e noi stessi/e.
Vincere tutti/e. O perdere tutti/e. Queste sono le opzioni. O
davvero si crede che se uno perde in una lotta tanto assurda, l’altro vinca? Di
certo, non vince il mondo, non ne guadagna il Wyrd, non vince Dea.
Cosa o chi è dunque, Dea che diciamo di amare tanto? E’
forse regina delle separazioni? Dell’esclusione? E’ forse Lei, che ci insegna
che un solo cammino è possibile? O non è forse questa, una debolezza umana, che
molti han conosciuto, io compresa e forse ci dobbiamo passare tutti, ma che
davvero poco ha a che vedere con Dea…la quale, "poveretta", poco si interessa
alle nostre beghe e alle nostre rivendicazioni identitarie. Gli dei, nelle
guerre di religione fin troppo, son stati chiamati in ballo! Ma invece le
guerre erano tra orgogli feriti, non tra dei. E le parole, sono le stesse…
unica via (o unico dio), via più giusta, verità geniuna, falsi dei (o falsi
sacerdoti?), false dottrine, eresie…. Non impariamo dalla storia? Non vediamo,
che è la stessa identica minestra? Così non cambieremo nulla, e, lasciatemi dire, che occasione sprecata...
Ben altro Lei insegna. Non è l’esclusione il suo mondo. Non è il potere, non la gerarchia frutto di pensiero umano gravato da un eccesso di ideali androcentrici e patriarcali. Lei tutte/i accoglie nel suo abbraccio. C’è posto per tutte/i. Per tutti/e.
Ho ricevuto delle lettere, o delle parole, in privato nella
mail o di persona. Alcune meravigliose, altre terribili, relativamente al mio
percorso. Usciamo allo scoperto! Perché tanta ostilità?
Mi si diceva che forse io vivo in un gioco. Un enorme ridicolo gioco di ruolo.
Un gioco, forse, ma che io chiamo vita. E in cui credo fermamente.
Mi si diceva che forse io vivo in un gioco. Un enorme ridicolo gioco di ruolo.
Un gioco, forse, ma che io chiamo vita. E in cui credo fermamente.
Mi si è detto che sono ridicola. E assieme a me, anche
coloro che chiamo fratello o sorella.
Ma io voglio chiamare fratello e sorella anche te. E faccio del mio meglio, sai, mi impegno così tanto, ogni singolo giorno, ogni azione che compio, cerco coerenza. Nel mio lavoro, nella mia famiglia, anche verso di te, che pure detesti tanto questa tradizione alla quale devo molto di ciò che sono.
Ma io voglio chiamare fratello e sorella anche te. E faccio del mio meglio, sai, mi impegno così tanto, ogni singolo giorno, ogni azione che compio, cerco coerenza. Nel mio lavoro, nella mia famiglia, anche verso di te, che pure detesti tanto questa tradizione alla quale devo molto di ciò che sono.
Ho letto parole crude e arbitrarie, sui miei ideali e su mie
presunte azioni.
Io sbaglio, come tutti sbagliamo, ma faccio anche tante cose. Mi conosci davvero a fondo? MI CONOSCI? Hai letto cosa scrivo, mi hai parlato, sei venuto a vedere come vivo a casa la mia vita, come facilito le mie cerimonie, come è allestito il mio tempio, come la gente si sente all'interno di esso, mi hai chiesto come la penso su quello che di me non ti piace? Ti sei chiesto “perché”? Per puro spirito di buffonaggine? Tanta energia, solo per “fare i fighi”? Davvero credi questo? L
Io sbaglio, come tutti sbagliamo, ma faccio anche tante cose. Mi conosci davvero a fondo? MI CONOSCI? Hai letto cosa scrivo, mi hai parlato, sei venuto a vedere come vivo a casa la mia vita, come facilito le mie cerimonie, come è allestito il mio tempio, come la gente si sente all'interno di esso, mi hai chiesto come la penso su quello che di me non ti piace? Ti sei chiesto “perché”? Per puro spirito di buffonaggine? Tanta energia, solo per “fare i fighi”? Davvero credi questo? L
E dietro queste cose, per te così ridicole, dietro queste idee, c’è un pensiero.
Un pensiero vuol dire che nulla è lasciato al caso.
Un pensiero significa un intento.
Un pensiero significa un intento.
Un intento va indagato, conosciuto, prima che giudicato.
Se poi non piace, va bene. Fa parte dell’esser su sentieri diversi.
Se poi non piace, va bene. Fa parte dell’esser su sentieri diversi.
Ma perché mancarci di rispetto allora?
Un intento, un pensiero, costa lavoro. Costa passione. Costa sincerità e apertura di cuore.
E tutte queste cose, non sono forse meritevoli di rispetto?
Un intento, un pensiero, costa lavoro. Costa passione. Costa sincerità e apertura di cuore.
E tutte queste cose, non sono forse meritevoli di rispetto?
Tendiamoci la mano, sorelle mie, fratelli miei. Si può non
condividere un’idea, senza per questo ridicolizzare o screditare le persone che
ci stanno dietro.
Scaliamo con fatica e impegno la medesima montagna. E’ dura.
Scaliamo con fatica e impegno la medesima montagna. E’ dura.
Non serve a nessuno seminare mine sul sentiero. Cosa vi da,
veramente? L’illusione di essere sulla via giusta?
Ma voi lo siete già. Ciascuno di noi ricercatori, lo è già. C’è una via per ogni ricercatore. Ciascuno di noi partecipa con i suoi doni all’immenso ricamo che è l’universo. Non ha senso, ricamare tutti nel medesimo punto! E col medesimo punto.. ;)
Ma voi lo siete già. Ciascuno di noi ricercatori, lo è già. C’è una via per ogni ricercatore. Ciascuno di noi partecipa con i suoi doni all’immenso ricamo che è l’universo. Non ha senso, ricamare tutti nel medesimo punto! E col medesimo punto.. ;)
Forse il segreto sta proprio in quella parolina là. Intento.
Se il nostro intento è limpido, perché demolirci? Non siamo noi “i cattivi”, quelli che stanno distruggendo il mondo. No! Guardiamo al senso che ci accomuna, noi lo vogliamo migliorare! E migliorare noi stessi/e. Per questo siamo su questo cammino, no?
Come lo miglioriamo, se creiamo tanta bruttura lasciando agire la nostra rabbia cieca? Se cerchiamo subito la mala fede nell'altro, così, in automatico? Le azioni sono ciò che siamo. Molto più che le parole. Molto più che le immagini.
Se il nostro intento è limpido, perché demolirci? Non siamo noi “i cattivi”, quelli che stanno distruggendo il mondo. No! Guardiamo al senso che ci accomuna, noi lo vogliamo migliorare! E migliorare noi stessi/e. Per questo siamo su questo cammino, no?
Come lo miglioriamo, se creiamo tanta bruttura lasciando agire la nostra rabbia cieca? Se cerchiamo subito la mala fede nell'altro, così, in automatico? Le azioni sono ciò che siamo. Molto più che le parole. Molto più che le immagini.
Come state voi? State davvero bene così? Io sono così stanca
di guerre che non servono a nulla, non servono di sicuro a farci camminare più
velocemente anzi, ci zavorrano di una tale brutta energia…
Di sicuro tutto ciò non ci rende più saggi.
Di sicuro tutto ciò non ci rende più saggi.
Io voglio le corde del Wyrd più limpide, per questo io
agisco. Non dobbiamo essere d’accordo su tutto, non serve! Dobbiamo solo
rispettare la dignità dei nostri percorsi.
Mi date una mano?