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venerdì 28 giugno 2013

Sul senso di questo blog



Ho già scritto questo breve post che segue come commento in risposta a un altro mio post.
Penso di volergli dare ulteriore visibilità, perchè da esso emerge il senso che voglio dare a questo blog e ai commenti di chi lo legge.

Grazie se vorrete dedicargli 2 minuti di attenzione. Non ne richiede di più.

Grazie a tutt* per queste riflessioni (vedi "sacro femminile, oltre i paganesimi?"), e spero se ne aggiungano di nuove, o che quant* mi hanno scritto in privato trovino la voglia di condividere.
E' naturale che si possa rimanere di una diversa opinione, è naturale per noi che non desideriamo "il pensiero unico" sapere che ciascuno vede un pezzo diverso di mondo. La sua prospettiva.
Ma proprio per crescere, vedere risonanze, scoprire parti che non si stavano prendendo in considerazione, invito ad aggiungere, anzichè no.
Questo blog esiste anche per questo, ma magari occorre un post apposito per ribadirlo (eccolo!).
Le riflessioni su questi argomenti sono scarse, e credo sia importante sempre approfondire, aprire le maglie del nostro pensiero, notare o riaffermare il perchè facciamo le cose, il perchè diciamo di essere ciò che siamo! O il rischio è veramente vertere tutto sull'estetica, sull'apparenza, e sinceramente è un rischio che mi pare concreto.
Sicuro, chiunque può decidere di voler restare ciò che sente di essere, non siamo qui a convertire al "mio" pensiero!
Ma c'è anche chi, grazie a un punto di vista non considerato, potrebbe decidere di muoversi in un'altra direzione. Io stessa, lo spero. Mostratemi ciò che non vedo!
Che paura abbiamo? Non può che essere arricchente. Inoltre, ci educa al dialogo, anche tra concezioni diverse, e ci aiuta a praticare questo dialogo tra differenze. In Italia manca. Siamo troppo educati all'unica verità, all'unico pensiero. L'altro, il diverso, ci fa sentire minacciati. E combattiamo tra di noi, come se le fratture fossero incolmabili.
Per cui, non rinunciamo a dire il perchè ci muoviamo in una direzione anzichè un'altra. Il perchè ci chiamiamo con un nome anzichè un altro, o non ci chiamiamo affatto. Mettiamo tutto il nostro cibo sul tavolo, e vediamo chi desidera nutrirsi di cosa. Questo auguro a noi tutt*, camminatori/trici di qualche sentiero.

Ecco perchè ho scelto "DEAloghiamo" come nome per questo blog.
Un gioco di parole, che significa "dialogo su Dea", non si chiama "convertiamoci". Non si chiama "il grande blog di superghianda, che tutto sa e tutto insegna".
Dice piuttosto "uniamo le forze, io voglio migliorarmi". Dice "facciamolo assieme".
Dice "W il movimento, e non la stasi".
"W la creatività, e non la cancrena di concetti".
Dice "tessiamo assieme".
Dice "non mi accontento, voglio capire".

<3