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martedì 23 dicembre 2014

Il femminile, il maschile e la Grande Madre.

FEMMINILE, MASCHILE E GRANDE MADRE. Un tentativo di porre chiarezza.

Il mito della nascita di Eva dalla costola pone parecchie questioni. È proprio qui, che si rilancia un dualismo, dicotomico, sciagurato, di maschile contro femminile, un dualismo in cui uno dei due deve soccombere. Eva, appunto. Perche' se si è fatte della sostanza di un altro essere (provenire da una costola questo significa), difficile poter credere di esistere per " se stesse". La dignità dell' esistenza di Eva è subordinata all' essere dalla cui sostanza è stata creata. 
Lilith, in posizione non gerarchica poiché proveniente dalla stessa terra di cui era fatto Adamo, è stata fatta fuori. Pensava "troppo" con la sua testa.
Ma il dualismo dicotomico, il vedere maschile e femminile in modo contrapposto, porta fuori strada. Perche' non è questo, il pensiero precedente a questi miti. Non ci azzecca un tubo, l' idea (paranoica e purtroppo ancora sostenuta) che prima del patriarcato ci fosse una "supremazia del femminile". È proprio questo che causa incomprensione. Nascere da una costola crea una dinamica di potere.
Ma nascere da un utero NO. Perche i valori materni non sono il "contrario" speculare di quelli ritenuti "maschili". Sono altro. Questa è la chiave che apre le porte della comprensione della spiritualità di Dea.
La Grande Madre non è il contrario speculare di questo Dio Padre che siamo abituate/i a vedere.
La Grande Madre nel suo ventre tiene tanto il femminile quanto il maschile.
Che sono due semi. Due.
L' utero è la terra. E il mito della costola disconosce il fatto che nessuno dei due semi, anche se insieme, servirebbero a molto senza nutrimento. 9 lunghe lune di coccole e nutrimento. Che vengono annullate, disconosciute, volutamente ignorate. La potenza del parto non e' una potenza che "prevarica e opprime". Passare per il cancello-vagina, non impone superiorità' sulla creatura. Non sulla femmina, non sul maschio. Cose che ogni madre sa dal profondo. Quel passaggio tanto doloroso e faticoso è atto di amore. Per questo gli antichi lo usavano come sacra metafora della creazione. E lo veneravano.
Quel passaggio dona quei valori materni sia al femminile che al maschile.
Il patriarcato non ha voluto capire e, geloso di un potere il cui significato ha distorto, l' ha sradicato con miti cosmogonici differenti, usando metafore come quella della nascita della donna dalla costola (o fianco che sia, cambia poco) piuttosto che altri espedienti. Segni di questa gelosia è rimasta nei vari miti che narrano di esseri maschili che, vuoi con il verbo, vuoi dalla propria testa, creano la vita da soli.
È cosi che sono rimaste nella cultura attuale, anche da noi, praticamente solo la competizione e gerarchia. È così che la questione del rapporto fra generi viene trattata solo alla stregua di una gara; è così che parole come "femminismo" e "matriarcato" vengono fraintese e storpiate nel significato, ritenuto erroneamente contrario speculare di "maschilismo" e "patriarcato".
La mancanza della Grande Madre è quindi una mancanza di tutti. Ecco perché molte donne ma anche alcuni uomini ne celebrano il ritorno.
Ma la comprensione si ha, solo se si fa lo sforzo, al contempo intellettuale e "di pancia", di uscire dal dualismo. Un bello sforzo, per una cultura totalmente dualistica. 
Ecco che le correnti della spiritualità della Grande Madre, almeno quelle non dualistiche, lavorano per ri-membrare una cultura differente. Che veda maschile e femminile come gemelli nell' utero della Madre. E questo Utero (simboleggiato dalla coppa, dal calderone, dal santo Graal, ecc), attualmente disconosciuto, sia la metafora del modo di produrre cultura, attraverso i succitati valori materni. 
Benedizioni....Laura Ghianda, Yule 2014

venerdì 12 dicembre 2014

Santa Lucia come antica Dea della Luce e del Solstizio di Inverno.

Tracce della Dea nelle nostre terre. 
Domani, 13 dicembre, sarà Santa Lucia. Bambine e bambini qui l'attendono con ansia, perchè è lei la prima distributrice dei doni di Natale. 
In questa foto, scattata a Pergine Valsugana, la Santa è accolta da bimbi e bimbe in festa, che giungono in piazza dalle varie vie trascinando barattoli vuoti. 
Lucia arriva col suo asinello, e... velata. Esattamente come la celtica Cailleach, il cui nome, in antico gaelico, significa esattamente "la velata", e la cui celebrazione, per la Ruota dell'Anno secondo il Tempio della Dea di Glastonbury ma non solo in questa tradizione, è proprio... per il Solstizio di Inverno!
La prima volta che ho assistito al suo arrivo beh, mi sono commossa. Era la Dea. Dea in persona! Il tutto è molto suggestivo!
Anticamente, e più precisamente prima dell'introduzione del Calendario Gregoriano (1582), la sua festa era in prossimità....del Solstizio di Inverno. Yule. Il nome "Lucia" ha radice in comune con "luce", e il ritorno della Luce è uno dei significati dell'antica festa del Solstizio. 
Inoltre, resta il detto popolare "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia", come testimonianza dell'antico collocarsi della sua celebrazione al tempo del Solstizio, effettivo giorno in cui le ore di luce raggiungono il loro minimo...per poi però iniziare anche ad aumentare e dare così inizio a un nuovo ciclo solare. 
Il fatto che Lucia sia una Dea abbinata alla luce, resta anche nelle credenze popolari che la vogliono come protettrice della vista. L'essersi "cavata gli occhi" pare essere una credenza attribuita in seguito per legame proprio con questa sua funzione (la religione cattolica tende ad abbinare la santità al martirio e al dolore), perchè la sua leggenda parla di ben altre torture e un paio di morti alternative (per decapitazione o per accoltellamento). 
Da veneziana qual sono, ho osservato con molta curiosità, da bimba, il corpo di colei che è ritenuta Santa Lucia all'interno dell'omonima chiesa.
In ogni caso, Lucia ha finito per assumere a sè l'archetipo della Signora dell'Inverno e della Luce, archetipo che nutre molte diverse Dee in queste terre, di cui parleremo man mano. La Chiesa ha cristianizzato questa Dea, ma le energie che porta sono trasversali a qualsiasi credo religioso. 
Lei è Luce, è regina dell'Inverno, è Colei che riporta il Sole. Perchè gli archetipi del sacro femminino abbracciano entrambi gli opposti. Sono lunari e solari assieme. 
Benedizioni.