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domenica 18 novembre 2018

Anche il maschile è stato mutilato

...e prima di parlare di nuovi equilibri, o presunte neutralità, dobbiamo ricordare come percepirci esseri completi. Vale tanto per il femminile quanto per il maschile.

Scrivo questo articolo dopo una proficua conferenza sulla Dea oltre il dualismo, tenuta due sere fa a Vicenza. 
Già. Oltre il dualismo. Perché uno dei più persistenti pregiudizi sulla Grande Madre è che si tratti della metà femminile, il polo-donna dell'universo. A me piace raccontare il perché e il come non sia affatto così (per approfondire clicca qui), ma il come la filosofia della Grande Madre non escluda il maschile proprio per niente.

Ammiro tutti gli sforzi che uomini e donne stanno facendo per uscire dalla situazione attuale, che è ancora di scontro e incomunicabilità -se non terribile violenza- a livello sistemico. 
Mi spaventa però la difficoltà di uscire dagli stereotipi su maschile e femminile che ancora si danno spesso come verità immutabili. Vogliamo approfondire?

Proprietà intellettuale di Laura Ghianda, non utilizzabile senza permesso scritto e senza citare la fonte

Questa slide mostra la credenza diffusa di oggi: il femminile come mera polarità negativa, il maschile come mera polarità positiva. 
Se dico "anche il maschile è stato mutilato", salta subito all'occhio di cosa potrei parlare. 
La polarità negativa. Dove è la polarità negativa nel maschile?

E per analogia: dove è la polarità positiva nel femminile?

Per trovare pace davanti a queste domande, nate in seguito a un SANO senso di mancanza che più ricercatori e ricercatrici hanno percepito, si è giunti a dare un significato di un certo tipo ai concetti di "femminile interiore" e "maschile interiore":
"In qualche modo la polarità mancante ce l'hai dentro", detto in soldoni. Una toppa. 

MA?

si, c'è un MA.
Facciamo un passo indietro.
Ci perdiamo per strada CHI ha attribuito ai generi determinate polarità. E in seguito vedremo con quali determinate caratteristiche.

LUNA E SOLE

La qualità solare sarebbe nella medesima credenza intrinsecamente maschile, quanto la lunare femminile.
Ma questo dai greci in poi. Non esattamente una società dove i generi erano considerati uguali e coesistevano armonicamente. Teniamone conto.
Il pensiero greco ha stabilito queste attribuzioni, assieme alla divisione in dicotomie (coppie di opposti in scontro tra loro) che ancora oggi crediamo universale ma universale non è, grazie anche al fatto che lo stesso pensiero è stato rilanciato dai movimenti neoplatonici che hanno avuto molto successo tra i padri della chiesa. 
Quindi la religione ne è stata un efficace veicolo oltre che sottolineare l'attribuzione morale "male/bene" a polarità potenzialmente neutre. Fondamentale capire questo passaggio (per approfondire).
Basta una ricerca anche abbastanza veloce per notare che, sul lato della narrazione e della mitologia, probabilmente il numero di eroi/divinità lunari maschili supera quelle lunari femminili, così come il numero delle divinità solari femminili è davvero nutrito, a iniziare dalla mitologia delle mie Dolomiti (moltissime dee solari, un eroe lunare Ey de Net).

Quindi? Cosa è maschile e cosa è femminile?

Non credo nel rovesciamento di attribuzioni, come espliciterò in seguito. Credo piuttosto che ogni caratteristica dell'universo abbia la sua rappresentazione ambogeneri, e certamente anche per chi non si identifica né nell'uno né nell'altro - o si identifica in entrambi.
IAH, dio luna egizio


YIN e YANG

Altra semplificazione diffusa è l'abbinare al femminile la polarità Yin e al maschile la Yang. 
Lo sapete che questa attribuzione è relativamente recente, si parla dei primi secoli DC? più o meno 1000 anni dopo l'esistenza del teorico del Tao, Lao Tzu*. 
PRIMA?
Yin e Yang sono (semplifico) le energie di moto di tutto ciò che esiste, la contrazione e espansione dell'universo, inspiro e espiro. Polarità dinamiche (al contrario del nostro statico pensiero) e in movimento. (e non a caso in un verso Lao Tsu chiama il Tao "Grande Madre"). Qualità energetiche, senza alcuna attribuzione di uno specifico genere. 

QUALITA' STEREOTIPATE
Osserviamo questa slide.
Proprietà intellettuale di Laura Ghianda, non utilizzabile senza permesso scritto e senza citare la fonte

Comunemente, quando si parla di maschile e femminile si intendono questi (e altri) significati. 
ATTENZIONE: mi si pone spesso la critica "ma si tratta di energie e non di uomini e donne incarnati".
Rispondo: Impossibile. Una volta che narri il maschile e il femminile in questo modo, automaticamente scatta l'identificazione. L'astrazione è illusione mentale. Ci caschiamo tutti/e e ho decine e decine di esempi che potrei portare a dimostrazione. 
Ad esempio bene lo vedo accadere tra le donne, dove il narrare il femminile in questo modo porta a conseguenze reali, sul piano concreto tangibile e materiale dell'agire e relazionarsi. Un disastro, devo aggiungere.
Va anche peggio. 
Ogni volta che sento una donna dire "ho un lato maschile molto spiccato, purtroppo" per giustificare la sua aggressività, mi viene da osservare come questo manchi di rispetto al maschile sano
Proprio per la fregatura "maschile interiore" si crede che l'aggressività non ci appartenga come donne perché sia caratteristica maschile, piuttosto invece che essere appannagio della specie umana (vedi Riane Eisler per approfondire). Con caratteristiche culturali e caratteriali differenti.  

E il maschile?
Gli uomini che cercano di colmare la culturale mancanza di attenzione alla sensibilità, alla cura, alla dolcezza, che per fortuna sono sempre di più, rischiano anch'essi di cadere nello stesso gioco: "sviluppare il loro femminile interiore" e il problema sarebbe risolto.


Ulteriori difficoltà insorgono, per chi segue un percorso spirituale, quando all'ipotetica coppia Dea/Dio si abbinano le medesime qualità: questo modello di maschile e femminile si fonda su un pensiero di SEPARAZIONE e non di INTEGRAZIONE. 
Finché non usciamo da questa gabbia, possiamo fare tutto lo sforzo del mondo ma non supereremo mai LO SCONTRO. Perché è qualità intrinseca di questa logica. 
Il problema non si può risolvere finché il maschile e il femminile restano così stereotipati.


Ecco perché PROPONGO UN ALTRO APPROCCIO.


SIAMO ESSERI COMPLETI.

Fatto queste premesse, tutti siamo Yin e Yang. O meglio, Yin e Yang agiscono in ciascuno/a di noi.
Idem per quanto attiene alle polarità.
Gli uomini sono mutilati culturalmente del loro polo "-" tanto quanto le donne lo sono del "+".
"Ah ma allora siamo tutti uguali?"

No.
Cambiando la visione, si aprono mille porte e mille possibilità. Vediamo UN esempio di altra narrazione possibile sui generi.
Attingo al Tantra. Guardate qui. Non è così male, no?
Proprietà intellettuale di Laura Ghianda, non utilizzabile senza permesso scritto e senza citare la fonte

Il tantra concepisce le polarità in entrambi i corpi. In posizioni differenti.
Questo ha anche la bella conseguenza di un piacevole scambio di energia tra il corpo maschile e quello femminile che io apprezzo assai. 
Il sole e la luna li ho aggiunti io, per analogia.
Nel corpo in realtà sono presenti altre polarità, genitali compresi, lo esplicito perché qui non si tratta affatto di dire "la donna ama col cuore e l'uomo col pene" come qualche donna protestò in passato. Yoni e Lingam, patata e pisello, chiamateli come volete, ma entrambi portano entrambe le polarità, in posizioni differenti. 
Non vi pare renda maggiormente giustizia?
Ci possono essere altre narrazioni? Naturalmente. L'importante è la comprensione di quanto sia limitante quella che abbiamo adottato fino ad oggi credendola neutra. Dove tutti saremmo solo delle metà piuttosto che esseri completi.
Credo anche che l'esistenza delle persone transgender richieda ulteriori narrazioni e significati, della loro esperienza nei loro corpi, sulla quale non posso esprimermi. Ricordando che non c'è necessità di utilizzare la logica duale oppositiva: è ancora necessario continuare a narrare maschile e femminile, con il beneficio di tutti, andare oltre questi stereotipi. C'è ancora bisogno di utilizzare termini come "donna" e "uomo", altrimenti ciò che cessa di essere nominato si radicalizza sullo stereotipo attuale.
Scrivo quindi non per sconfermare altri, ma per la necessità impellente di significare l'esperienza che vivo. 

Detto questo, ampliamo il campo alla lista di qualità.
Si, l'uomo è stato mutilato. E' stato facile vedere la mutilazione nella donna con il movimento femminista. Ma il maschile che la cultura patriarcale spinge non è "Il Maschile". E' il "maschile distorto". Quello mutilato.

Ascoltando gli uomini Moso parlare con le loro voci nel documentario "Nu Guo" di Francesca Rosati Freeman appare chiaro di come questi siano lontani dalle nostre logiche. "Essere un uomo materno" non è un insulto nei Moso, tanto meno un attacco alla loro virilità. Il "materno" non è affare solo femminile, ed è per questo che la parola "matriarcato*" non li spaventa. Usarla ci serve a mostrare quali possibili mondi e significati ci stiamo perdendo per strada.
"Materno" è una qualità condivisa da tutti, che permea ogni istanza culturale e sociale. Non certo un mero fatto biologico.
Il portare alla luce qualcosa che prima non c'era e prendersene cura. 
Noi siamo ancora incastrati/e nella confusione tra generatività biologica e cura.

Si, esiste un maschile capace di cura e dolcezza e non è "il femminile interiore". E' proprio il maschile.
Si, la violenza è una scelta, esasperata da spinte culturali. 
Si, l'accoglienza è anche maschile. Mio marito si batte molto per questo.
Si, ci sono anche gli ormoni. Ma credetemi che la mia gravidanza mi rende molto aggressiva, e la gravidanza nessuno direbbe essere una cosa "maschile". 
Quindi si, esiste anche un femminile aggressivo e distruttivo. Perché anche noi donne, a ripeterci di essere solo accoglienza e apertura, ci facciamo molta violenza. Una per tutti: Kali. Energia distruttrice femminile in quanto tale, non " Dea con spiccato maschile interiore" ;-)

I "maschile e femminile interiori" allora non esistono? Io credo esistano eccome. Ma con tutt'altri significati, molto più interessanti. 
Kali, energia distruttiva, forza femminile, spietatezza

Molta della resistenza viene da quanto dicevo sopra: non è possibile astrarre, ci identifichiamo tutti/e. Una volta che diventa un fatto di identità, l'idea di un cambio di rotta è percepito come minaccia.
Ancora più se l'identità mutilata è tale perché costringe ad abbandonare parti di sé. Per difendere quelle rimaste attiveremo ancora più aggressività.

Ma pensiamoci tutti un attimo.
CI FA COSì DISPIACERE CREDERE, AFFERMARE A TESTA ALTA, ESSERE RICONOSCIUTI PER ESSERI COMPLETI? Nei quali si riflette l'universo nella sua interezza?

Proviamo a cercare le prove di quanto dico nei nostri corpi, nella nostra esperienza, molto concretamente.

Auguro ai fratelli uomini in cammino di recuperare il loro splendido completo maschile, fatto di maschilissime qualità di cura, accoglienza, morbidezza. Fatto anche di luna e introspezione. 
Quanto a noi donne in cammino di ricordare che ciò che ci è stato mutilato, resta femminile. 
Il nostro sole, la nostra forza, la nostra aggressività che tranquille, solo accettata possiamo meglio decidere se e come usare. Eccetera.

Yin e Yang agiscono in tutte e tutti noi...
Ciò che cambia è come ci relazioniamo con queste qualità e il come saremo in grado di riprenderci la saggezza dei nostri corpi. Perché la saggezza dei corpi è antidoto meraviglioso alle illusioni della mente.

PS: se in noi maschile e femminile sono in INTEGRAZIONE e non in separazione, perché abbiamo scardinato la logica duale oppositiva, i cerchi femminili non potranno essere percepiti come "minacciosi" dagli uomini. Come quelli "maschili" non saranno percepiti come minacciosi dalle donne: lavorare al benessere di una parte della società, porta benefici a tutti.
E allora i lavori nei cerchi misti saranno davvero medicina e cura. Oltre le recite, oltre le ipocrisie. 

Felicissima di portare la mia conferenza e parlarne dal vivo, se volete contattatemi. 


*Fonte in dettaglio Luciana Percovich, "Colei che da la vita, colei che da la forma", ed. Venexia 
*Fonte in dettaglio Heide Goettner Abendroth "le società matriarcali", ed. Venexia. Matriarcato come "all'origine il materno", non "dominio delle madri" in forma uguale speculare al patriarcato. Si tratta di abbandonare le nostre lenti dicotomiche per leggere società ancora esistenti che usano altre logiche e altre categorie di pensiero. Esempi di società in equilibrio tra i generi, in equilibrio con la natura, dove il benessere è equamente suddiviso per tutti i membri.