"E' tutto perfetto così". Si dice.
C'è un grande equivoco dietro questo principio, fatto rimbalzare soprattutto negli ambienti newage più o meno ogni qual volta che siamo dinanzi a fatti spiacevoli. O a prese di posizione che non condividiamo.
L'occidente ha attinto spesso dall'oriente in cerca di nuovi principi spirituali ma non con altrettanta solerzia ne ha valutato ambiti di provenienza, significati precedenti e conseguenze sulla cultura.
A titolo di esempio potremmo citare il "principio di non azione" del Tao. Che lungi dal significare "passività" ha a che fare con l'agire coscienzioso secondo le leggi dell'universo".
Ripeto.
Ripeto.
Agire.
Con coscienza.
Allineandosi alle leggi dell'universo.
Con coscienza.
Allineandosi alle leggi dell'universo.
Questa ultima parte son sicura la si senta in giro. Ma ci si ferma prima, alle parole "non azione".
In realtà lo stesso medesimo principio lo troviamo nella simbologia della Grande Madre e nei suoi miti, di cui ci occupiamo.
Quella "dea", lungi dall'essere la metà yin dell'universo, è piuttosto Colei che contiene tutte le polarità, l'una che si trasforma nell'altra, mirando al loro equilibrio, in continuo dinamismo (parafraso Luciana Percovich).
La sua è, come l'universo intero, metafora di CONTINUO MOVIMENTO.
Di una creazione quindi che è sempre in corso.
Nella vita e nell'universo tutto cambia, l'unica cosa che non cambia è il fatto di...cambiare.
Un modello di credenza differente dalla creazione "data una volta per tutte all'inizio dei tempi", per iniziare a essere chiare.
L'umano come si relaziona rispetto a questo principio?
Come COMPARTECIPE della creazione. Agendo con SCELTE. Ed è scegliendo in base alle leggi che la stessa Grande Madre da (ciò che sopra citavo come leggi di natura o dell'universo) che ne deriverebbe equilibrio, armonia e abbondanza.
Come COMPARTECIPE della creazione. Agendo con SCELTE. Ed è scegliendo in base alle leggi che la stessa Grande Madre da (ciò che sopra citavo come leggi di natura o dell'universo) che ne deriverebbe equilibrio, armonia e abbondanza.
Risuona un po' ?
Bene. Ma cosa significa seguire quelle leggi è altro paio di maniche.
Crediti sulla foto: Susan Sedden Boulet, "Shaman spider woman". Artist's FB page: https://www.facebook.com/Susan-Seddon-Boulet-148240765231426/ |
Per prima cosa l'indizio lo avremmo nel suo essere risolutrice delle polarità.
Il pensiero duale oppositivo che su questo blog ci affanniamo a mettere in discussione nasce in antitesi con questa idea.
Crea un'idea di scarsità, di pericolo verso il diverso, di gerarchia. Di guerra e scontro soprttutto. Un motore di guerra che pone ogni termine della polarità come nemico dell'altro.
Crea un'idea di scarsità, di pericolo verso il diverso, di gerarchia. Di guerra e scontro soprttutto. Un motore di guerra che pone ogni termine della polarità come nemico dell'altro.
Tramite le lenti di questo pensiero che quasi nessuno mette in discussione noi affermeremmo principi quale quello oggetto di questo post.
Tramite le lenti di questo pensiero compiamo le nostre scelte che, proprio perché è un pensiero in sè produttore di disequilibrio, porterà l'organizzazione della nostra vita e delle nostre azioni nel medesimo disequilibrio.
Altro che seguire le leggi dell'universo!
A titolo di esempio:
L'esasperazione per la materialità oggi è spesso vista come conseguenza della sconfitta dello spirito a causa della caduta della nostra società...eccetera.
Non ci credo più.
L'esasperazione per la materialità oggi è spesso vista come conseguenza della sconfitta dello spirito a causa della caduta della nostra società...eccetera.
Non ci credo più.
La causa invece è nell'aver separato materia e spirito.
L'insistenza del logos per innalzare lo spirito a unico bene possibile ha causato la lotta della controparte. Questo è dualismo oppositivo.
L'insistenza del logos per innalzare lo spirito a unico bene possibile ha causato la lotta della controparte. Questo è dualismo oppositivo.
Finché materia e spirito saranno percepiti in antitesi i problemi continueranno.
La risoluzione non è nell'innalzare lo spirito e fare guerra alla materia.
La soluzione sta nella fusione dei due che, una volta equilibrati, non avranno più bisogno di farsi la guerra e potranno portare i loro doni in armonia.
La soluzione sta nella fusione dei due che, una volta equilibrati, non avranno più bisogno di farsi la guerra e potranno portare i loro doni in armonia.
Oltre al comprendere il principio sul piano intellettuale va proprio sperimentato. Pena rischi di equivoci o partigianerie non utili alla crescita.
Detto questo.
1- non siamo soli al mondo. siamo inseriti in un contesto sociale che tutti dimenticano quando parliamo di "verità" o compiamo analisi della situazione. Significa che il nostro agire ha conseguenze anche su questo contesto allargato.
2- non è affatto tutto perfetto così. lo sarebbe nell'agire "secondo coscienza in linea con le leggi" di cui sopra. Forse. Ma oggi non siamo in questa condizione. Chi ci può riportare?
Noi.
Attraverso il modo in cui decidiamo di creare cultura. Attivamente. Quindi valutando e scegliendo.
3- come ampiamente argomentato in questo articolo (clicca qui) queste teorie hanno lo scopo ben preciso di mantenere lo status quo.
E' interesse del sistema dominante, chiamatelo o meno patriarcato, trovare le sue regole di mantenimento di sé.
Se tutto è perfetto così l'umano non deve agire. Rimaniamo nell'immutabilità assoluta.
Non torniamo a percepire la responsabilità del nostro sacro agire. E quindi agiamo con superficialità.
La facoltà di scegliere è il luogo dove è insita la divinità dell'umano, secondo l'approccio che proponiamo.
4- Il "va tutto come deve andare" fa gola perché permette di non fare una bella parte di lavoro su di sé. Si chiama bypass spirituale. Una cosa che conosco personalmente molto bene. Traumi troppo profondi, ferite mai rimarginate cancellati con un colpo di spugna credendo che "è così che deve andare". A volte può forse essere. Ma non è un principio generalizzabile. E la verità è che quelle ferite rimangono, causandoci conflitto ogni qual volta siamo dinanzi a qualcuno che si permette di sperimentarne gli effetti o di affrontarle.
L'eventuale dono nelle situazioni difficili, e sottolineo "eventuale", può semmai essere scorto dalla persona che le ha vissute. Stop. Non spetta a nessun altro imporre di vedere un evento, un trauma, una malattia ecc come "perfezione". Questa tendenza diffusa a voler correggere gli altri nei loro vissuti è una forma di violenza. Che comunica molto più di noi che la imponiamo, della fatica di accettare il nostro materiale da elaborare. Che non di chi abbiamo di fronte.
Semmai, tutto ciò che possiamo fare è raccontare la nostra, di esperienza. Senza pretese di aggiustare l'altro dietro al "è tutto perfetto" o al "tanto poi passa" ecc.
L'eventuale dono nelle situazioni difficili, e sottolineo "eventuale", può semmai essere scorto dalla persona che le ha vissute. Stop. Non spetta a nessun altro imporre di vedere un evento, un trauma, una malattia ecc come "perfezione". Questa tendenza diffusa a voler correggere gli altri nei loro vissuti è una forma di violenza. Che comunica molto più di noi che la imponiamo, della fatica di accettare il nostro materiale da elaborare. Che non di chi abbiamo di fronte.
Semmai, tutto ciò che possiamo fare è raccontare la nostra, di esperienza. Senza pretese di aggiustare l'altro dietro al "è tutto perfetto" o al "tanto poi passa" ecc.
Come mostra il mito della donna ragno, la tessitura è sempre in corso.
Noi quali fili vogliamo portare per parteciparci?
....
Per iniziare il nostro atto di creazione con azioni consapevoli, potremmo cominciare col citare sempre i crediti delle immagini che cerchiamo. Per quella utilizzata in questo articolo mi ci è voluto una buona mezz'ora, dopo averla trovata in miriadi di siti di sciamanesimo e sacro femminile senza un solo riferimento.
Crediti sulla foto: Susan Sedden Boulet, "Shaman spider woman". Artist's FB page: https://www.facebook.com/Susan-Seddon-Boulet-148240765231426/
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