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lunedì 21 giugno 2021

QUANDO SOLE E LUNA SONO DUE SORELLE: Finlandia, il mito di Päivätär

 BUON SOLSTIZIO D'ESTATE! 

Per celebrare questa festa legata al sole voglio oggi parlare di una Dea solare poco conosciuta, proveniente dalla Finlandia. Il suo nome è Päivätär.


Una cosa affascinante del mito che la riguarda, è che lei, Päivätär, sole femminile, lavora in coppia con sua sorella Kuu, la Luna anch'essa femminile.

Richiamandomi al post di qualche giorno fa sulla coppia sole/luna e l'ossessione di crederla immutabilmente sinonimo di maschile/femminile, ecco un'altra prova che le cose non sono affatto "da sempre" e "ovunque" andate così. Qui sole e luna sono entrambe due dee.


Entrambe provenienti dalla stessa matrice: con la rottura dell'uovo cosmico, infatti, una parte del guscio diventò la Terra, l'altra parte diventò la volta celeste. La chiara d'uovo divenne la Luna e il tuorlo divenne il sole, la nostra Päivätär. Sole e Luna, medesima matrice. 


Seduta sull'arcobaleno, Päivätär tesse la luce solare. Con il pettine d'argento tesse il filo del destino, e con una navetta dorata tesse tessuti altrettanto dorati. La aiuta la sorella, filatrice.


Di guai ne passano nel loro mito. Un giorno, il dio della poesia e delle canzoni Väinämöinen si mise a suonare la sua arpa magica, cantando. Per ascoltarlo, le due sorelle smisero con le loro attività e andarono a sedersi: il sole su un abete (a lei sacro), e la luna su una betulla (a lei sacra). 

Fu una Crona a rapirle, Louhi, approfittando della loro distrazione. Le rapì portandole nelle sue terre di ghiaccio nel lontano nord. 

E le imprigionò in una prigione di ferro nel cuore di una montagna. 

Arte: "Päivätär" di Elina Pessa - Non prendere questa immagine senza mettere i crediti!


Ecco, tema ricorrente, la terra che rimane senza luce e calore. I campi si coprirono di ghiaccio, persone e animali morirono di fame e freddo e pure le stelle, dice il mito, persero la loro luce per via della scomparsa di sole e luna. 


Furono gli dei a scocciarsi della situazione e chiesero di nuovo a Väinämöinen e al dio fabbro Ilmarien di liberare il sole dalla sua prigione. 


Attenzione al passaggio: Ilmarien trovò una nuova soluzione: rimpiazzare le due sorelle con un nuovo sole e una nuova luna e provò a forgiarle lui, in metallo. Piazzò la sua nuova luna sulla cima dell'abete più alto e il suo nuovo sole sulla cima del pino più alto ma non funzionò: non riuscivano a brillare.


 Väinämöinen si servì allora della corteccia di un pioppo tremulo per divinare il luogo in cui le due sorelle erano nascoste. Fu lui a mettersi in viaggio e incontrare la Crona, chiedendo di liberare le sorelle. 

Ma lei rifiutò.


Väinämöinen allora sfidò l'esercito della Crona Louhi con la sua spada magica e lo sconfisse, riuscendo a raggiungere la prigione di Päivätär e Kuu. 

La prigione era custodita da serpenti e vipere, che lui distrusse (si, sono simpatici anche a me i serpenti!).


Ma a quel punto si trovò davanti a 9 porte ciascuna con tre serrature. 

Che non riuscì ad aprire. 

Allora tornò dal dio fabbro, chiedendo di forgiare le chiavi per aprire quelle soglie. 


Ma alla Crona non garbava affatto la possibilità di liberare le sorelle, per cui si tramutò in aquila per spiare il lavoro della fucina. Raggiunse il dio e provò ad adularlo, con la scusa chiedendo cosa stesse fabbricando. Ma il dio non ci cascò.


"Sto facendo un collare per il collo della perfida Louhi, strega sdentata di Sariola, ladra della luce argentata del sole (si, qui il sole è anche connesso all'argento e non sembra esserci tra oro e argento il solito rapporto dicotomico a cui siamo abituate/i. Interessante no?)

Crediti spirit111 per pixabay.com


Spaventata che gli dei potessero imprigionarla, corse nelle terre del nord e... liberò le due sorelle. (Il ciclo della natura contro il quale nemmeno gli dei possono nulla!)


Louhi ora si tramutò in una colomba e tornò dal dio fabbro, per dirgli che il sole stava sorgendo di nuovo: non serviva che continuasse il suo lavoro. 


Mentre il sole sorgeva, Väinämöinen cantò una preghiera per Päivätär, affinché risolvesse i guai sulla terra. 


"Sorgi, tu, Sole d'argento, ogni mattina

Sorgente di luce e quindi di vita

Portaci ogni giorno i tuoi gloriosi saluti

Riempi le nostre case di pace e pienezza 

Che le nostre semine, la pesca, la caccia

Possano prosperare con la tua venuta.

Termina il tuo viaggio nel sonno

Riposa la sera nell'oceano

Quando la tua cura giornaliera è terminata."


Anche Päivätär è capace di entrare e osservare il regno dei morti, perché questo tema ricorre in tutti i miti legati alla "barca solare". Il sole non è solo "luce", è anche viaggio nel buio. 

Le due cose sono inscindibili e il fare propria questa immagine comporta una lettura della realtà molto differente da quella a cui siamo abituate/i.


Suo attributo è anche l'onniveggenza, altro tema ricorrente legato al mito solare. 


Ci sono varie similitudini con i miti di altre dee solari, che invito ad approfondire. L'essere imprigionata nel buio della terra la connette alla dea sole Amaterasu, sebbene quest'ultima ci sia entrata di sua volontà. Ma il richiamo qui è al ciclo della natura con la sua alternanza di buio e luce.

Saule, altra dea solare, anche lei fu imprigionata ma in una torre, e salvata dai segni dello zodiaco.

Come Amaterasu e Saule, è tessitrice della luce solare e del fato.


La Crona Louhi ricorda la Cailleach che imprigionò la dea gallese Bridie in una grotta.

La Crona qui, coerentemente con la nostra tradizione, rappresenta l'inverno. Solo lei può decidere quando è ora di ritirarsi e riportare la primavera. E infatti possiede un magico oggetto, chiamato "sampo", visto come un mulino di abbondanza. Ruota, creando farina, sale e denaro. Simbolo dei regni celesti, con al centro l'asse dell'albero del mondo. 

Significativo che lo strumento di abbondanza sia in mano alla Crona, e conferma il suo ruolo nel governare i cicli dell'esistenza. 


Sono molte le storie di Päivätär ma intanto godiamoci questa.

Ricordando che, come ribadiscono Micaela Balice e Irene Zanier, non è che tutti i "portali" e tutte le stagioni significhino "rinascita". 

Tutt'altro.


Il solstizio d'estate è il massimo della potenza del sole. Che inizia al contempo la sua decadenza. Parlando in termini mitici, siamo ancora nel periodo della massima forza. Ma ci ricorda che quel "rapimento" è vicino. 


Fonti per cominciare (purtroppo mai tradotte):

Stephanie Woodfield "Drawing down the sun", Llewwllin Publications

Sheena McGrath "The Sun Goddess", Blandford Pub.