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mercoledì 15 giugno 2016

Il Triangolo, il numero tre, un'arcaica simbologia all'origine della trinità.

Per molte persone oggi la trinità richiama i concetti di "Padre - Figlio - Santo Spirito", per altre "madre - padre - figlio".

Oppure?

"3, numero perfetto", simbolo di armonia, di uscita dalla dualità. Non più stasi ma il movimento, il dinamismo che crea, al contempo uno e multiplo, il simbolo della risoluzione degli opposti".
Questa sintesi dei significati numerologici del numero 3 rivelano l'antico mistero della Grande Madre, se solo si prova a volgere lo sguardo più indietro nel tempo e più "in basso", letteralmente.

Il triangolo con la punta verso l'alto viene solo dopo il rovesciamento di un triangolo precedente, quello col vertice rivolto verso il basso e che si trova frequente nell'arte paleolitica e neolitica come rappresentazione del triangolo pubico.
Un rovesciamento che Jung ben descrive con le parole "curiosa inversione del fatto biologico" e che segna il passaggio epocale al patriarcato.

Se nella trinità "Padre Figlio e Spirito Santo" abbiamo il simbolo per eccellenza di un Dio trascendente maschile (rappresentato spesso da un triangolo con il vertice verso l'alto, riempito dall'occhio che tutto osserva e tutto conosce), nella trinità "padre - madre - figlio" assistiamo comunque già a un cambio di focus rispetto alle culture "della Madre", una sorta di sguardo rivolto verso il prodotto dell'incontro delle polarità: il "figlio" vertice del triangolo, che sale verso l'alto aprendo la strada al concetto di trascendenza.  Non è un caso se oggi si celebra "il figlio divino", nella mitologia diventato poi Dio.



Nel triangolo pubico lo sguardo è un altro e altro è il suo significato simbolico. Volge verso la terra da cui proveniamo nutrendosi di essa come radici di alberi. Di più. La trinità qui non esclude le polarità: ma le arricchisce di nutrimento continuo e, cosa più importante, fornisce le regole affinché si mantengano in equilibrio. Questo nutrimento e questa regola sono rappresentate dal terzo punto in basso, punto che corrisponde al cancello tra i mondi nella yoni.


Questa trinità è dinamica, è il motore della Creazione, una Creazione Armonica.
Laddove manca il principio regolatore e imparziale (ed è il caso della mitologia "padre - madre - figlio" ancora attuale) le polarità sono "libere" di entrare in scontro, di sottomettersi l'un l'altra, possono vagare come schegge impazzite, dimentiche dell'importanza della regola per una creazione capace di equilibrio anzichè di distruzione.
Peggio, il "potere regolatore" viene ora affidato a una sola polarita', quella del "padre", che anche nella cultura si esprimera' nella figura del padre famiglia che detiene la "patria potesta'", polarità gerarchicamente percepita come "superiore".

Il tre sacro alla Grande Madre dunque è rappresentabile dalla metafora delle due polarità contenute nel suo ventre e dal ventre stesso che le contiene.
La Madre Cosmica in questa accezione è vista come equilibratrice e nutrice e il fine è la Creazione Armonica. Se le sue leggi sono applicate ne deriva equilibrio e abbondanza. Lei da le regole affinché la Creazione continui, le polarità ne sono compartecipi attraverso un'eterna danza (non guerra!) nel suo ventre (metafora dell'universo intero).



Il medesimo nutrimento arriva a entrambe le polarità, che non ne sono sottomesse con una dinamica di potere. E' così possibile essere al contempo Una e Trina.
Non c'è rapporto di possesso o proprietà da parte della Madre verso le polarità che contiene. Il concetto di "possesso" dei figli è nato in seguito, con l'affermazione della paternità patriarcale, ove la proprietà e il controllo su ventre e progenie diventano modo per affermare socialmente un potere distorto.

E' importante tornarne consapevoli. Il passaggio successivo ha visto la fase della "grande divisione": l'universo è stato scisso in due polarità percepite come opposte. Una parte femminile, lunare, scura, impura, terrigna, passiva e una parte maschile, solare, luminosa, pura, celeste, attiva ancora oggi celebrata.
Il ruolo del ventre che contiene è stato sminuito a "proprietà", la Madre Cosmica è scomparsa nel suo ruolo di principio regolatore ed è stata a sua volta sminuita e scissa, infine assimilata alla polarità femminile -un tempo contenuta nella Grande Madre assieme alla polarità maschile-; la polarità maschile -anch'essa prima contenuta nel ventre universale assieme a quella femminile- si è tramutata nel "figlio divino", unico prodotto del ventre. Una vera mutilazione.

Qui cambia anche il concetto di Madre, da tensione creativa, regolatrice, sempre in movimento è divenuta semplice contenitore del figlio e alla sua esistenza finalizzata: sacra solo in quanto madre del figlio divino e non in se stessa. Ancora oggi ne abbiamo esempio nella figura della Vergine Maria.

Immagine presa da "faredelbene.net"

La scissione in coppie di opposti senza più il principio regolatore ha dato origine al pensiero dicotomico. E dei due termini della coppia, inesorabilmente uno è percepito come "positivo", l'altro come "negativo". Esempio: la polarità maschile associata a statiche qualità e attributi come "attivo, solare, cultura, razionalità, ragione, forza (ecc.)" e quella femminile è abbinata a "passivo, lunare (e lunatico?), buio, natura, irrazionalità/intuizione, istinto, debolezza": la cultura percepisce come positive le qualità appartenenti al primo gruppo e quindi gerarchicamente"superiori" e percepisce come negative quelle appartenenti al secondo gruppo, gerarchicamente inferiori.

Di questo pensiero ci nutriamo più o mano inconsciamente dal tempo della Grecia classica.
Studio la Grande Madre non certo per ribaltare l'attribuzione "positivo/negativo" alle polarità. Ma perchè desidero una creazione Armonica, dove le polarità creano danzando in tensione erotica, a pari livello grazie alla funzione regolatrice.
Occorre il lavoro di tutte/i per comprendere questa differente mitologia e tornare ad applicarla nelle nostre vite.

Occorre abbandonare questo sciagurato dualismo dicotomico.

Riflessioni formulate in parte attraverso i miei studi, in parte attraverso il mio corpo, la mia esperienza e la mia relazione con l'universo e la Grande Madre.

Fonti fondamentali per cominciare: Luciana Percovich, "colei che da la vita colei che da la forma", "oscure madri splendenti", ed. Venexia

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