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mercoledì 18 giugno 2014

Un approccio al sacro femminino, per rinnovare il mondo. A cosa serve questo cammino? ecco qualche spunto.

Ma perchè così tante persone, donne ma anche uomini, si stanno domandando se non abbiano perso qualcosa nella strada del sacro, e desiderano ricercare ciò che comunemente si chiama "Dea", o sacro femminino?

Cosa sarà mai, il ritorno della valchirie? Un nuovo mito di amazzoni?


Nulla di tutto ciò.
O almeno, non per me.
Seguo e propongo riflessioni attorno a una via che ha un altro senso. E che ora vado a illustrare. Sedetevi. Non si può spiegare con poche parole qualcosa che è già così pieno di rischio di fraintendimenti. Ma se vi interessa capire e comprendere, vi prego di arrivare alla fine.

Inizio dal proporre questa domanda:

Potrebbe essere per voi condivisibile, dire che l'esperienza del sacro è un diritto per ogni essere umano che la voglia ricercare?

Se anche per voi la risposta è "si", allora io dico, non solo per riflessione teorica, ma per esperienza diretta, che la donna può avvicinarsi al sacro, si, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal sistema culturale attuale, dominante da molti secoli... Può. Ma sarebbe come apprezzare un'orchestra sinfonica con grossi tappi nelle orecchie. Si, qualcosa passa. 
Qualcosa.

Il corpo della donna è uno strumento formidabile di connessione con il sacro (vedi racconto di parto qui), e questa conoscenza è tanto vera, quanto è vero che il corpo ha subito un processo di negativizzazione e demonizzazione ancora in corso. E questa negativizzazione ha la sua origine nel pensiero dicotomico (=dividere il mondo in coppie di opposti, uno contro l'altro) SPIRITO VS CORPO, MASCHILE VS FEMMINILE. 
Il corpo, e il femminile sono nella posizione subordinata. Quindi, il corpo femminile è al posto più basso di un rapporto gerarchico, che mette in cima lo spirito, e il maschile.

E con il corpo femminile, sono stati portati "in basso" anche i suoi simboli, che sono anche i simboli connessi alla NATURA (non a caso, anch'essa piuttosto maltrattata): si veda per esempio la dimensione della ciclicità, sostituita da una "dritta" virile vettorialità. Sulle conseguenze di una società costruita nel rigetto della ciclicità e che si concepisce su una linea retta, tornerò in altra sede.

Davanti alle parole "sacro e femminino", si sollevano spesso obiezioni che riguardano il mantenimento di un presunto equilibrio, che la ricerca del femminino sacro infrangerebbe, come se l'attuale sistema che si rivolge all'essere supremo come "padre" fosse di per sé neutro.
Allora è illusione parlare di "nuovo equilibrio", se questi simboli e questa saggezza attinenti al femminile a cui alludevo qualche riga sopra non vengono quantomeno "riabilitati" e utilizzati nel contesto di oggi. Una bilancia mutilata di un suo braccio.
Simboli, che non si recuperano però solo a beneficio delle donne, che certo, riavrebbero un "canale di ascolto più diretto". Bensì in favore di un femminile a 360 gradi, che riguarda anche coloro incarnati in un corpo maschile.



E vediamo un punto che scotta.
Ciò che crediamo di sapere sul femminile, non è che un insieme di categorie create a volte per convenienza: accoglienza, passività, debolezza, fertilità, emotività... tutto troppo semplificato. 
Le qualità considerate "buone" nel femminile sono quelle funzionali al gradimento di un certo maschile, e che ahimè sono finite per caratterizzare la figura della Madonna, obbediente, capo chino, vergine eppur madre, disponibile, fragile fiore che mai invecchia.... (Non posso approfondire in questa sede questo importante tema, quindi consiglio la lettura del testo, esaustivo, di Michela Murgia, "Ave Mary", interessante analisi di una teologa cattolica che non ha timore di aprir bocca....). 
Mentre le qualità "cattive" sono quelle che spaventano l'ego dell'uomo. La donna forte, indipendente, che afferma il suo pensiero e ragiona con la sua testa, che sfida, potente generatrice di vita.... 
In entrambi i casi, qualità positive o negative che siano, il centro è lo sguardo patriarcale. Nessuna possibilità, per il femminile, di autodeterminarsi. E' esistere non per sé, ma in funzione di esigenze altrui.

Questo è uno sguardo riduttivo, di un certo tipo di maschile, che si nutriva delle qualità opposte e altrettanto riduttive (attivo, forte, spietato, razionale, intelligente, ecc...) e che cercava, come scopo, di ottenere e poi mantenere il suo potere dominante.
Propongo questo: finchè queste polarità saranno in conflitto nelle nostre menti, il mondo che creeremo si baserà sul conflitto e i generi rimarranno in conflitto.
Finchè vedremo il mondo ordinato in dicotomie, in conflitto agiremo, e secondo la logica della separatezza.


E la Grande Madre è colei che in sé riunisce gli opposti. In lei le polarità danzano, non si fanno la guerra. Femminile e maschile sono figli gemelli nel suo ventre.
Questa, è l'immagine che ho di Lei.


E l'uomo? 
Di questo femminile, è stato privato anche l'uomo, maschio. 
Non siamo nemici, ma alleati e vittime della medesima mutilazione. Solo che gli effetti sono stati, nella storia, diversi.

Complementariamente, le donne si sono formate in secoli di simboli, valori, riti, miti di questo tipo di maschile patriarcale. E quindi oggi guardano al mondo attraverso queste lenti, che sono ben connotate! Come ci si può illudere, che con un batter di ciglia questo sistema organizzato di valori sul mondo possa scomparire? C'è del lavoro da fare. O le nostre azioni da questo sistema saranno guidate. Un sistema vecchio, che ha già dimostrato che, più che costruire, è in grado di distruggere.

Quello su cui cammino, non è un sentiero che rincorre un presunto passato idilliaco da portare nostalgicamente alla luce in un presente che di fatto ha diversi, peculiari problemi. Ha invece a che fare con la costruzione del mondo che verrà.

E (prego prestare attenzione a questo passaggio) tanto meno si tratta di operare un "capovolgimento" di valori, cambiando dal maschile al femminile le desinenze del pacchetto di caratteristiche del patriarcato attuale. Questo capovolgimento era nella visione di Bachofen, giurista del fine '800 famoso per la sua teoria di un matriarcato inteso come "femminile del potere androcentrico", in un'evoluzionistica limitante visione del passato: 
un INFANTILE luogo arcaico a cui il patriarcato sarebbe succeduto come tappa evolutiva successiva (e quindi superiore).
E' importante inquadrare questo pensiero nella sua epoca, in cui il paradigma dell'evoluzionismo si è diffuso anche in discipline che nulla avevano a che vedere con la biologia.
Ed è altrettanto importante prenderne le distanze.

Questa teoria di Bachofen è frutto di un pensiero dicotomico.
E' un pò il rischio che si corre se si usa il nome "Dea" come contrario di "Dio". Dea non assume su di sè le qualità di un femminile opposte a un maschile di cui abbiamo trattato qualche riga sopra.
Dea ha in sé caratteristiche tutte di un'altra specie, che vanno oltre le divisioni dicotomiche, oltre le separazioni, perchè in sé "riunisce", incorpora, è la magica alchimia che sa rendere le polarità creative e danzanti. Questo il suo significato potente.
Io non credo un simile matriarcato alla Bachofen sia esistito a livello strutturale e globale. 
Credo piuttosto ci siano state (come ci sono ancora) società gilaniche, i cui i valori e la cui organizzazione  meritano di essere indagati il più possibile.

Nel mio cammino, lo scopo è di ampliare/espandere la percezione al di là del mondo concepito come eterna guerra di opposti inconciliabili. 
Io lavoro per questa espansione.
"Alto" non è più il contrario positivo di un "basso", immanente non è più il contrario "sfigato" di trascendente. Maschio e femmina possono (e devono!) lavorare assieme, ma anche ri-comprendersi meglio nelle proprie singole caratteristiche, svincolarsi dall'opportunismo patriarcale che ne ha fatto pedine del proprio potere. Il giorno non è più bello della notte, entrambi hanno uno scopo. E quindi luce non è migliore di buio. E così via...  


Si tratta di scoprire e riprendere simboli e riti in grado di offrire una visione di un futuro altro, NON fondato su conflitto, separatezza, dicotomia.
S'ha da offrire, inoltre, un NUOVO IMMAGINARIO che comprenda questi nuovi simboli/strumenti. E anche altri modelli, per il maschile e per il femminile, anche nel sacro.... dal momento che, se mi guardo allo specchio, difficilmente trovo un'immagine che combacia con un sacro femminino così come la cultura tradizionale lo propone.... c'è da ricomporre anche in questo campo.
Allora si, può esserci qualcosa di nuovo. 
Senza questo immaginario, l'azione nel mondo, il nostro partecipare alla Creazione, sarebbe orientata dagli schemi pre-esistenti che non sono neutri affatto. Tanto meno equilibrati.

E allora si, si continuerebbe a riproporre il vecchio.

Non sono neutri i miti che conosciamo.
Non lo sono i loro effetti sul nostro pensiero.
Non lo sono le immagini del sacro che ci bombardano.
Non lo sono i modi di condurre i riti.
Non lo sono i nomi che diamo agli dei e gli effetti della loro ripetizione.
Non lo sono le organizzazioni del sacro.
Non lo sono i nostri approcci al sacro, e così via.

Disconoscerlo, porta solo all'agire il vecchio, il conosciuto. Non il cambiamento.
Ogni implicito, è comunque una guida. 
Ecco perchè serve l'opinione di tutt* e la salvaguardia dell'unicità del cammino di ogni singolo: per non perderci nell'illusione che ci sia un solo modo di fare le cose. In verità, ce ne sono molti. Tutti validi e in grado di attivare energia e potenza negli umani che condividono quei "protocolli".

Continuare la Creazione ha a che vedere con il concetto di movimento: possiamo continuare a oscillare tra polarità in un frustrante yo-yo che a turno e per violenze impone l'una o l'altra fazione.
O riprenderci in una danza a spirale dove c'è posto per tutt* e dove le polarità si energizzano reciprocamente.



3 commenti:

  1. la Murgia è buona, ma ha una grave pecca, pure lei: non afferma esplicitamente che dobbiamo a gesù tutto questo. perchè tale gesù - dai cattolici considerato dio... nel corpo maschile... mica male, eh... del resto, come messia maschile, deve andare bene pure alle femmine, sprovviste del suo corpo da maschio semita... del resto dio non si degnò di farsi anche africano, potremmo chiosare... non era da dio nascere femmina, ma non era da dio farsi anche maschio africano... un po' sessista e razzista questo dio javè maschio semita, eh... - si è guardato bene dal pregare e rivelare un Dio Madre... a gesù - che qualcuno (pure tra i pagani) spaccia come "uomo più buono del mondo" - non piaceva proprio la parola "madre"... sua "madre" - la vergine passiva dall'imene super intatto e stretto, idolatrata per quello, mica perchè ha scritto le poesie di Emily Dickinson o perchè era una Margherita Hack... - la chiama "donna", scacciandola più volte... perchè vale meno di niente... una volta fecondata e che ha sgravato... ciao ciao maria, torna nella stalla... ben lo dicono, del resto i cristiani non cattolici e non mariolatri...

    comunque, sono piuttosto pessimista al riguardo della tematica che affronti nel post. le donne attualmente non hanno comunque voglia di pregare una Dea. quante donne restano cristiane o islamiche? le religioni patriarcali sarebbero dovute morire negli anni '70, così non è stato, ma ora è colpa delle donne, che continuano a persistere in questi culti, senza usare il cervello. quante donne diventano pagane? 0,5 di tutta la popolazione italiana? l'1%? quante sono cristiane, praticanti o meno? il 60, 70% della popolazione?
    per cui, tante belle parole - a mio tempo le ho spese anch'io - ma alla prova dei fatti, attualmente è colpa delle donne, se esistono ancora dio padre e attributi (parola azzeccata, eh!) annessi.
    non ne usciremo mai, da tutto questo. il cristianesimo - dato per spacciato negli anni '70, con le grandi comuni lesbo/femministe - ha vinto. continua a vincere. ogni volta che una donna considera maria come il più bel modello, e gesù come il sommo dio, si assiste alla disfatta della Dea. Diciamo le cose come stanno. Noi pagani siamo perdenti. lo siamo stati secoli fa. lo siamo tutt'ora. Forse se le donne pagane iniziassero a urlare un pochino di più, in certe occasioni... ma niente, la maggior parte è non-militante, non muove un dito per dire alle cristiane "hey ragazze, ma lo sapete che potete pregare una Dea? sapete cos'è un culto al femminile?", chi lo fa viene trattata peggio di un m... - esperienza personale - per cui, se le donne continuano a pagare l'8x1000 snocciolando moine per papa francesco - che ha ribadito il no al sacerdozio femminile, il caro papa vip... il papa moderno... mariolatra, misogino e oscurantista come un pio IX - e le pagane non fanno un bel niente... che devo dire? niente. teniamoci il dio padre. w gesù giuseppe e maria, salvate l'anima mia.

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