tag:blogger.com,1999:blog-2086198715939474410.post6266140423912726073..comments2023-04-04T21:21:37.673+02:00Comments on TEASOFIA THEASOPHY: Denaro e spiritualitàLaura Ghiandahttp://www.blogger.com/profile/18391437133329981636noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-2086198715939474410.post-76075838454924734072019-09-26T09:15:45.790+02:002019-09-26T09:15:45.790+02:00Ciascuno ha il diritto delle proprie opinioni. Non...Ciascuno ha il diritto delle proprie opinioni. Non parlo di persone pure. A me quanto si chiede mi pare equo. 800 in un anno sono 100 per weekend giacché i weekend sono 8. Per me è stato pesante, ma ho deciso di investire solo in quello e me lo son pagato. Di solito vedi più cose quando sei tu a organizzare e vedere quanto lavoro ci sta dietro. Il tempo a costruire i percorsi, le attività, reperire materiali eccetera. È un lavoro. E quantomeno che ci si possa vivere. <br />Non sono più d accordo che debba essere un hobby, e parla una x cui ancora hobby lo è. Ma mi fa sputare sangue. <br />Su Roma è chiaro chi sia la realtà, io so quanto costa l affitto mensile di quello spazio. In più sono da pagare i biglietti aerei e x fortuna poco altro perché nessuna delle nostre tutor di glastonbury vuole l hotel, cosa che accade con altre "celebrita", per cui almeno loro si fanno ospitare.<br />L unico modo è provare a organizzare.<br />Quando anche io pensavo a modi differenti, l ho scritto qui, sono andata in perdita. Le offerte non funzionano. E sono andata in perdita non di 30 euro ma di circa 6-700 anche se volevo portare a termine il percorso e condividevo che non c erano state abbastanza offerte x coprire le spese. 5€ per una giornata di 8 ore. Ho provato, non ha funzionato.<br />E ora che il mio lavoro babbano non riesce a farmi esprimere al meglio ci penso ancora di più. Vivere dei nostri talenti non lo vedo come qualcosa di non etico. Ma semplice vita. <br />Anche contrapporre natura con ciò che crea l umano è una dicotomia. Noi siamo nella natura. E la nostra natura è creare cultura. Questo almeno è l approccio che sposo. Laura Ghiandahttps://www.blogger.com/profile/18391437133329981636noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2086198715939474410.post-7309774285368722362019-09-26T09:06:39.711+02:002019-09-26T09:06:39.711+02:00VeroVeroLaura Ghiandahttps://www.blogger.com/profile/18391437133329981636noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2086198715939474410.post-75413485932763813522018-11-03T12:06:06.200+01:002018-11-03T12:06:06.200+01:00La dicotomia di cui parli non c'entra col dena...La dicotomia di cui parli non c'entra col denaro, secondo me ovviamente. Sacro e materiale insieme ha a che vedere con tutto ciò che ha a che fare col naturale non con le distorsioni create dall'uomo. Il denaro è un ottimo strumento di scambio, ma è anche ciò che ha creato le differenze sociali e dato potere ad alcuni. Quando c'è un prezzo è sempre mercificazione. Stai comprando qualcosa. Non è un riconoscimento al talento, lo sarebbe se non fosse la persona che riceve il denaro a stabilire il prezzo del riconoscimento. È una vendita. In un workshop sul sacro acquisti parole e, qualche volta, un'esperienza di gesti e parole. Ovviamente ognuno è libero di vendere tutte le attività sacre che vuole sta alla gente decidere se andare o no. Ciò non toglie che a mio avviso il sacro non dovrebbe mai avere un prezzo ed essere aperto a tutti. Starhawk tenne un seminario a Roma di due gg a 30 euro che erano per la Casa delle Donne. Eppure prese un aereo dall'America per venire qua, e più tutte le spese annesse al viaggio. Insomma, lei predica l'economia del dono e agisce di conseguenza. Quindi chi vuole può anche non far pagare il sacro. In più, il sacro, se non è solo fuffa (che non ha valore), non ha un valore quantificabile, per cui cosa sta comprando chi paga? Il tempo di chi "offre" l'insegnamento? Forse sarebbe meglio dire vende l'insegnamento e la cosa sacra, inutile cercare di rigirare le cose rispetto alla realtà. Quando sborsi decine e decine di euro non è un aiuto, un contributo, è un'acquisto vero e proprio. E c'è anche chi ha da ridire se qualcuna chiede almeno un attestato di partecipazione in ricordo. Infine, non si cambia il mondo aprendo le porte solo ad una elite di paganti. Le grandi religioni sono diventate tali perché il loro catechismo è gratis, oltre che per l'appoggio degli imperatori. Poi hanno fatto anche i soldi, ma questa è un'altra spesso brutta storia. No, secondo me, tolto la richiesta di un equo aiuto per rimborso spese, il sacro non si dovrebbe mai pagare. Non c'entra la dicotomia. Poi Laura, tu sei più brava di me a scrivere e parlare, e sai mettere le cose in modo convincente per difendere le tue tesi, e questo è certamente un tuo importante talento. <br />Scusa ancora, ma dovevo dirlo perchè io ho visto solo mercificazione e costruzione di imperi sul sacro. Mi da meno fastidio la vendita di uno sciocco gadget sul sacro che vedere certi prezzi per partecipare ad una "esperienza" di parole. Io, che voglio conoscere prima di giudicare, sono stata a molti "workshop" e seminari, ma onestamente di molto di essi, costati sempre almeno da decine a centinaia di euro, non ricordo nemmeno di averli fatti, se non perchè mi è capitato di rivedere le foto. Non danno alcuna crescita spirituale, la quale può avvenire solo in un lavoro personale o in un gruppo purchè sia di tipo continuativo, e ovviamente, a maggior ragione, non può avere un prezzo, poichè si cresce insieme. È questo il punto. Ammiro molto le tue maestre, ma a Glastonbury hanno costruito un impero! Non avrebbero potuto farlo se non avessero guadagnato molto e credo che guadagnino sempre di più. Se hai soldi ti espandi, se ti espandi hai sempre più potere e più denaro. Il denaro non dovrebbe entrare in queste cose. Non è un concetto del patriarcato questo, tutt'altro! Ai tempi del matriarcato non c'era il denaro, ed è il patriarcato ad aver fatto entrare il denaro in ogni cosa, ai fini di affermare sempre il suo potere. Ripeto che ognuno fa ciò che vuole, ma preferirei non ci fossero scuse e giustificazioni. Chi chiede denaro vende qualcosa, e se ritiene di doverlo fare lo faccia e basta, al prezzo che ritiene giusto, senza dover trovare una spiegazione per rendere questa vendita migliore di qualsiasi altra o cercare di convincere la gente che il prezzo ha una sua sacra motivazione.<br />Scusami ancora Laura per l'intromissione, non è un pensiero verso ciò che fai tu nello specifico sia chiaro, so che ci metti il cuore. Un abbraccioRossella https://www.blogger.com/profile/09589664728724860690noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2086198715939474410.post-68541954826794055272018-11-03T10:42:05.525+01:002018-11-03T10:42:05.525+01:00Stavo navigando sul web per altre cose e son cadut...Stavo navigando sul web per altre cose e son caduta qui.. oltretutto vedo che è un post vecchio. Devo però risponderti. Il sacro, fine a se stesso, non può avere un prezzo, qualunque sia il motivo. Il sacro deve essere alla portata di tutti. Si può dare un prezzo a tutto, ma non si può dare un prezzo al sacro e ad incontri che hanno a che fare con esso e i suoi riti. Si può chiedere un'offerta. Come dicevo, tutti devono potervi accedere, e oggi c'è molta povertà, c'è gente che non lavora, e probabilmente nessuno vuole sottrarre soldi alla famiglia o al marito/moglie per andare ad un workshop (che già la parola "shop"...a me fa una brutta impressione) sul sacro. Per uno di quei workshop di due gg con una delle sacerdotesse di Glastonbury qua a Roma (non dico chi era e dove) ho speso 210 euro (ed erano scontate, il prezzo era 240) più un prezzo che non ricordo per una sessione di mentoring personale. Per dei corsi olistici o di disegno e pittura di mesi ho speso meno. La persona che ha aperto il luogo dove si tenne quel workshop lo ha fatto per business. Capisco che è molto meglio guadagnare facendo queste cose che stando alla catena di montaggio o in ufficio, ma il sacro deve essere per tutti e sei sicura che anche nel tuo mondo di chi gravita intorno a Glast siano tutte così pure, che non ci siano intenti commerciali ed esibizionistici? Io fossi in te non ci scommetterei, e non lo dico per dire. Io la vedo diversamente: chi è "operatore del sacro" e non ha dietro benefattori che lo mantengono dovrebbe lavorare come tutti o avere una attività che porta guadagno (va bene anche scrivere libri) e se ritiene che il suo messaggio sacro deve essere divulgato dovrà investire parte del suo guadagno per mettere questo messaggio e insegnamento a disposizione di altri, e lo stesso vale se la cosa viene portata avanti tra più persone: ognuna metterà la sua parte. Chiedere un'offerta è un conto, chiedere un piccolo prezzo di pochi euro per il recupero spese di affitto locale è comprensibile, ma farsi pagare è un'altra cosa. Ho visto cifre che non sono mai sotto le 50-70 euro, e arrivano alle centinaia. Il prezzo medio è 150 euro per 2 gg. Questo significa decidere di escludere tutte quelle persone che arrivano precise o a stento a fine mese, di escludere chi non lavora, chi ha uno stipendio solo in famiglia, ecc.. ecc.. e quindi coinvolgere solo una elite di fortunate/i (in senso economico). I corsi a Glastonbury costano circa 800 sterline se non erro e non comprendono spese di viaggio, vitto e alloggio. In più non ci sono i traduttori, eppure il tempio ha sacerdotesse di ogni parte del globo. Ovviamente questo esclude un sacco di persone, a me è capitato di sentire qualcuna dire "non me lo posso permettere, e non so l'inglese". Sì certo, c'è chi dice "se vuoi puoi" "se ti interessa davvero trovi un modo". La realtà non è sempre così. Volevo fare l'università per diventare architetto, ma aimè... . Ecco, questo per dire i motivi per cui non sono d'accordo con il tuo discorso, e per cui il sacro, essendo non quantificabile, non può avere un prezzo. Sento dire "ma il mio tempo ce l'ha"!. Il fatto è che nessuno è andato da qualcuno a dirgli "ti prego, sii il mio guru". È la persona stessa che si propone, quindi, decide di sacrificare il suo tempo perchè desidera diffondere un insegnamento, e non può pretendere di essere pagata per qualcosa che quindo dovrebbe essere un dono. Può però scegliere una attività redditizia che gli consente di avere del tempo per fare anche la sua opera sacra (che so: un lavoro part time? Un lavoro artigianale a casa e vende su etsy? Un lavoro che lascia liberi i fine settimana?). Lo so che tu lavori, il mio è solo un pensiero generale, non in merito a te ovviamente. Ad ogni modo, è la mia opinione. Rispetto il pensiero di tutti. È l'economia del dono non potrà mai cominciare se chi ci crede non la mette in atto per prima. Un abbraccio Laura e scusa per questa opinione ma mi sentivo di dirlo. Rossella https://www.blogger.com/profile/09589664728724860690noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2086198715939474410.post-11174443724075686542018-05-10T15:55:39.372+02:002018-05-10T15:55:39.372+02:00Purtroppo le dicotomie : (es. bene-male) che sono ...Purtroppo le dicotomie : (es. bene-male) che sono tipiche delle società che viviamo non fanno vedere considerazioni equilibrate (e più ampie) come la tua, se non quando tali tematiche come hai fatto nel post, vengono affrontate da un altra prospettiva, meno assoluta e anzi che espande i discorsi.Matriarcato_SciamanesimoFemminilehttps://www.blogger.com/profile/08853328036070880150noreply@blogger.com