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sabato 18 maggio 2013

Sacro femminino: oltre i paganesimi?

Questa riflessione a seguire non ha intenti polemici di alcun genere.
Potrebbe toccare molti animi, scatenare le più diverse reazioni, eppur voglio rassicurare che queste citate presunte reazioni sono le medesime che sto vivendo in me. Ed è per pormi chiarezza, che mi sviscero e propongo a chi mi legge il mio dilemma, confidando nei commenti che ne potrebbero derivare (e che vi invito a lasciare).

Il pensiero in realtà mi sfiorò già "all'inizio" di tutto, quando diedi retta all'istinto di cercare Dea, imbattendomi in numerose correnti pagane/neopagane.

PAGANO: "abitatore di un pagus o villaggio. [...] Il nome pagus fu dato al villaggio e al distretto che stava tutt'intorno, e quello di pagani alla popolazione rurale sparsa sopra di esso, espressamente per distinguerla dai militari".

Innocua definizione etimologica. Finchè non si segue..

"Sopravvenuto il Cristianesimo, si chiamarono pagani gli idolatri (...), perchè appunto gli abitatori dei villaggi furono i più restii alle nuove credenze, e gli ultimi ad abbandonare il culto dei falsi Dei, ovvero perchè, divenuti cristiani gl'Imperatori e chiusi per ordine loro i temp(l)i degl'idoli, molti individui ancora attaccati alla religione degli avi si ritirarono nei villaggi per ivi offrire i loro sacrifizi clandestini agli antichi Dei. (www.etimo.it)

In seguito, i "pagani" vennero identificati come i "non cristiani", indiscriminatamente. Un uso dispregiativo del termine, una definizione per negativo, di praticamente una miriade di culti diversi. "i Babbani del cristianesimo"...

1. Ciò che all'epoca mi turbò, fu proprio questo definire "per negativo".
Era davvero necessario, definirmi a mia volta in questo modo nel percorrere un sentiero ispirato si al passato, ma anche tutto da scoprire nel presente?

Coloro che avevano scelto questo nome, infondo, non erano gli stessi popoli indigeni. Non chiamavano se stessi "pagani", allo stesso modo in cui gli abitanti medievali non chiamavano la loro epoca "Medioevo".

Scrive l'antropologo Maurizio Bettini nel suo magnifico libro "Elogio del politeismo - quello che possiamo imparare oggi dalle religioni antiche", edito da il Mulino:

"Usando politeismo per designare le religioni antiche siamo stati, per la verità, abbastanza rispettosi. Nei loro riguardi infatti non abbiamo mai parlato nè di "paganesimo" nè di "idolatria", espressioni che pure vengono ancora usate, nelle sedi più disparate, anche scientifiche, per designare le religioni antiche. I termini politeismo, paganesimo e idolatria posseggono per certo connotazioni diverse, ma hanno una cosa in comune: nessuno di essi sarebbe mai stato usato da un romano o da un greco per designare la propria religione. Tutte e tre queste espressioni, infatti, nascono non dall'interno, ma dall'esterno delle religioni antiche o, per meglio dire, contro di esse." (Corsivo dell'autore, bold mio)

Un confronto con un'amica, mi distolse dalla preoccupazione, focalizzando la mia attenzione sulla prima parte dell'etimo, quella innocua.
E le nuove esperienze eccitanti che si stavano affacciando sul mio cammino mi fecero accantonare temporaneamente la questione. Ho incontrato dei paganesimi davvero divertenti e arricchenti.

2. Sembra inoltre che per molti gruppi pagani attuali, l'atto fondativo della propria identità stia proprio in questa contrapposizione col cristianesimo:
"sono pagano, in quanto non cristiano", si rovescia l'attribuzione di significato positivo/negativo della polarità, ma la polarità di fatto resta.

E con essa, resta anche -paradossalmente- un legame forte col dichiarato "nemico".
Troppo forte.
Al punto che fioccano blog e interventi dove l'unico tema sembra essere la necessità di ricordare l'atavico odio, e una altrettanto paradossale rivendicazione dell'"occhio per occhio, dente per dente", paradossale proprio perchè la Legge del Taglione.....è un precetto biblico!!

Talvolta mi verrebbe da dire "ok, abbiamo capito, possiamo ora però teorizzare altro?"
L'odio diviene catena, quando lasciamo che alimenti il nostro senso di identità. L'orgoglio quasi mai porta saggezza. Quasi sempre porta fanatismo: e da una parte, e dall'altra.

Ma infondo: siamo ancora a dividere la complessità del mondo in due sole metà in rapporto antitetico? Ma chi lo portò, questo modo di ragionare? qua rischiamo di nutrirci del medesimo demone che diciamo di voler sconfiggere.........

Il problema del rancore nei confronti della mia educazione religiosa (precedente) e dell'istituzione vaticana non mi è affatto estraneo, come sa chi mi conosce bene.
E non si è certo esaurita.

Solamente che...
3. Mary Daly, teologa femminista scomparsa da poco, pare abbia tentato in ogni modo di "salvare" la figura di Cristo dai significati patriarcali (affibiati un pò per comodo-aggiungo io) in cui la stessa Chiesa la stava annegando in secoli di storia.

Allo stesso modo io, come probabilmente molti che si identificano come pagani/neopagani, credo di aver desiderato di "salvare" il paganesimo da altrettanti significati svilenti e negativi.

Mary Daly in seguito teorizzerà che "se un simbolo, un Nome, sono stati usati per opprimere, [...] non ci sono possibilità di salvarlo: le carenze sono insite nel simbolo stesso" (cit. "un vulcano nel vulcano, Mary Daly e gli spostamenti della teologia"-pag. 60).

L'imbattermi in questi concetti mi ha raggelato le viscere. Mi ci sono letta. Hanno dato voce a pensieri che non stavo verbalizzando.
La "maledizione" che mi pare ogni tanto di scorgere nel nome "paganesimo" sta non nell'opprimere nel senso in cui si esprime l'autrice citata, ma nell'impossibilità di uscire da questa lunga, pesante, eterna, immutabile faida senza vincitori, che è "pagani VS cristiani".
Come se il nome stesso fosse impregnato della continua lotta tra le due fazioni.

Sempre quotando Daly (che per chi non la conoscesse, è stata una pioniera, coraggiosa, visionaria, ribelle teorica contro il patriarcato che definisce come cultura "necrofila", si, ribelle a tal punto da aver sovvertito in toto il pensiero teologico, fino a uscire dalla Chiesa), provo una voglia crescente di lasciarmi alle spalle queste guerre, questo peso, queste brutture. Attenzione, NON DICO DIMENTICARE, questo mai.

DICO CHE HO VOGLIA CHE LA MIA IDENTITà, IL PENSIERO SU DEA, LE PRATICHE SULLA GRANDE MADRE, POSSANO VOLARE, evolvere, saltare, prendere una proporia direzione, espandersi, esplodere in un big bang creativo in ogni possibile direzione. AUTONOMA. Libera.
Recidere i legami con la Chiesa, alla quale non credo dobbiamo dimostrare proprio nulla. Tanto meno di essere più forti.

L'odio, a questo livello, ripeto, è un legame. Vincola.

4. Quanti sono i paganesimi?
Io ho perso il conto.
Se nel modo in cui propongo riflessioni su Dea, si possono sicuramente scorgere dei punti di contatto con certi aspetti di certi paganesimi, allo stesso tempo ci sono anche punti di incomprensione e di diversità.
Basta vedere quanti teorici pagani si trovano spesso a criticare aspramente il movimento "della Dea" (non di rado, a causa di una conoscenza superficiale di certi peculiari simboli), nemmeno poi in modo particolarmente simpatico.

Oltretutto, moltissime correnti autoproclamatesi neopagane o pagane omettono qualsiasi riflessione sul patriarcato, riflessione invece che personalmente non posso fare a meno che considerare prioritaria per il cammino del sacro femminino: che senso ha cercare di recuperare un femminino sacro, parlare di "Dea", se non si mettono in discussione gli strumenti con cui Dea stessa è stata oppressa e smembrata?
Ci sono paganesimi che sono l'apoteosi del machismo. Come posso conciliare una simile differenza con il mio cammino? Ha quindi senso, usare lo stesso nome?
Gerarchie e idee androcentriche sono parti integranti di alcune filosofie, e per me ciò è paradossale, perchè "non posso cambiare il gioco, se mi muovo con le medesime regole". Non so se mi spiego.

Che accadrebbe, se il "movimento della Dea" camminasse autonomamente per la propria strada? In grado quindi di essere un più ampio bacino di accoglienza di qualsiasi credo e orientamento, in grado di catalizzare coloro che si autodefiniscono pagani/neopagani, ma anche appartenenti ad altri culti/religioni/correnti spirituali, o che non si definiscono affatto... ma che in comune hanno la voglia e la necessità di camminare in tutto o in parte sul sentiero di Dea?

5. Storicamente... quanto profonde vogliamo che siano, le radici della spiritualità legata al sacro femminino?
Tutte le volte che sfoglio i testi della Gimbutas, mi pongo questa domanda.
Dalla creazione del termine "pagano" ad oggi, non è che un battito di ciglia! Potremmo scavare indietro di almeno 40000 anni.
Questa ultima riflessione, mi colpisce particolarmente.
E mi affascina assieme. Ha senso chiamarmi "pagana", quando chiamo antenate vissute in epoche distanti anni luce dal Sacro Romano Impero?

Durante il convegno "Culture Indigene di Pace" di Torino, mio marito parlava con Luciana Percovich proprio di questo tema. Si domandava proprio (e io con lui non ne avevo mai parlato!) se non fosse il caso di pensare a un salto, di svincolarsi dall'ambito del paganesimo.
Ho colto la questione, mi sono sentita scissa. Non ho parlato.Mi sono solo ascoltata. E tutta una serie di sincronicità, mi ha poi portato a scrivere questo post.

Una parte di me è grata a quelle esperienze vissute in contesti di paganesimo a cui alludevo sopra, un'altra parte invece, sempre più dominante, ha la forte intuizione che sia il caso di chiudere una porta, affinchè un portone si apra.
Preciso: non per creare un'ennesima "contrapposizione" , non per chiudermi in un'altra gabbia che dice "sono A in quanto non sono B, e nemmeno C".

Ma per una spiritualità che esista per se stessa, libera di recuperare il passato -qualsiasi-, e creare il futuro. Libera di autodefinirsi.
Senza etichette talvolta persino abusate.


16 commenti:

  1. Il 10 maggio qui a Cabras, in Sardegna, convegno "IN NOME DELLA DEA - LA VIOLENZA SULLE DONNE DALLA DEA MADRE AL DIO PADRE".
    ESPERIENZA INDIMENTICABILE.
    Ho pubblicato sul mio blog gli atti in abstract della mia relazione. Potete leggerla, se vi fa piacere e lasciare un feed back a vostra volta.
    http://ilritornodiabraxas.blogspot.com

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    1. grazie! la Sardegna sta facendo degli ottimi lavori, andrò a leggere!

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  2. ciao Laura... devo dire che il tuo articolo sembrava aver dato fiato a molti dei miei pensieri di questi anni... chi mi conosce sa che amo definirmi figlia "della Madre" ... al limite riconosco in me forme di sincretismo, perche' spesso in alcune religioni riconosco tracce della Madre antica.. Tara Yemaya Kuan Yin Maria ecc... sono stanca anche io di contrapposizioni e piu' che cio' che mi oppone ad altri che credono cerco cio' che ci avvicina.... proprio oggi in un mio status affermavo l'idea che dobbiamo impegnarci a costruire il Futuro Arcaico... credo che noi che stiamo percorrendo la strada dlla Madre dovremmo seminare coinvolgimento, vicinanza, riconoscimento, Ri-Matrio.... Quel Matriarcato di cui si parlava nel convegno di Torino dell'Anno scorso, nel quale fu detto come possiamo intendere il termine Matriarcato, non come contrapposto a Patriarcato (Potere dei Padri) ma l'Inizio e nelle Madri.... l'Inizio e' in noi credo.... noi che abbiamo un piede in 40.000 anni fa' e un altro nel Futuro Diverso che vogliamo costruire ..... grazie....... di aver scritto cio' che hai scritto..... perche' in qualche modo mi fa' sentire che apparteniamo a una stessa onda.... cosi' sia .... Rossana Mennella Esposito

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    1. Grazie a te Rossana, questo tuo commento aggiunge molto a quanto ho scritto!

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  3. Mi ritrovo benissimo nelle tue parole, che senso ha creare una spiritualità sulle basi dell'opposizione a un'altra religione? Troppo tempo viene perso nelle critiche alla religione cristiana (che ci stanno, sia chiaro!) e pochi sono gli spunti costruttivi del "nuovo" paganesimo. Il movimento della Dea si è già svincolato dalle correnti neopagane, non fosse altro per questa matrice cre-attiva che promuove e per il rispetto del dialogo intergenere (cosa che alcune tradizioni continuano a ignorare). Ciao Laura!

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  4. Perché no? :)
    Io credo che ognuna debba seguire la propria strada secondo quello che sente. Una figlia della Dea può volersi definire pagana, mentre un'altra no... penso che non ci debbano essere limitazioni alla libertà di scelta!
    Il movimento della Dea accoglie tutte le Donne, anche quelle cattoliche... non vedo il problema ^_^

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    1. la questione è se le cattoliche hanno una vaga idea di cosa sia una Vera Dea, e non il clone malriuscito mariano che hanno davanti agli occhi

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  5. Sono Morgana Marco, provo a dire la mia nonostante faccio fatica a scrivere ciò che penso tramite un computer XD

    Secondo me non hai torto, la tua argomentazione è valida e ben curata ma però ho un mio punto di vista basato sulle esperienze fatte fin ora e sul mio percorso. Anche io spesso mi chiedo perchè devo definirmi pagano, quando so bene gli attribuiti dispregiativi che hanno creato questa parola nel passato e infatti preferisco il termine Strega, con la S maiuscolo in quanto per me questo termine rappresenta una persona maschio o/e femmina che percorre un sentiero difficile, ma ricco di soddisfazioni. Un percorso non adatto a tutti ma solo a chi desidera veramente entrare in comunione col Divino, con la Madre. Un percorso che può durare più vite e porta alla perfetta Armonia con la Grande Dea, e ti aiuta a riscoprire in te il suo s'è divino, riscoprendoti sacerdotessa del sacro. Potrei scrivere fiumi di parole su questo splendido termine ma non voglio dilungarmi e perdere di vista il tuo post. Io sono eclettico, se devo definirmi, perchè il mio percorso attinge al druidismo, dalla tradizione avaloniana, dallo sciamanesimo runico e celtico. Il tutto basato però sulla Dea, il suo culto più antico che risale a prima dei celti, il sentiero della Dea. Quando penso alla mia cultura celta si penso o quando qualcuno mi chiede di che religione sono, per far prima dico che sono pagano. E se non capiscono in quanto rispondono che quindi sono ateo o non cristiano chiarisco dicendo che sono un "celta". Oppure una Strega ma ti lascio immaginare quanto devo poi restare a spiegare perchè uso questo termine in quanto uno immagina harry potter o la strega di Halloween XD. Penso che pagano e paganesimo avendo a che fare con più culture diverse sia una parola per identificarsi in tutte quelle religioni e spiritualità prima dell'arrivo di Cristo, compreso il culto dell'Antica Madre all'inizio dei tempi. Umh mi sono perso un pò ma per dirla in sintesi il termine pagano ha purtroppo connotazioni negative e concorso su te su molte cose, ma forse piuttosto che rendere il sentiero della dea una strada a se andando oltre ai paganesimi, basterebbe ridare la luce che merita a questo termine. Anche perchè il bello o almeno secondo me, il bello del termine paganesimo, è che racchiude tutte quelle religioni nate da un unica Madre e al quale sono collegate con le stesse basi, il culto della Dea. Non so se mi sono spiegato, purtroppo sono con l'ipad, ho le dita a pezzi per scrivere i miei pensieri e con questo mezzo di comunicazione mi sento tanto limitato ..ma almeno posso mettere le faccine muahah XD..un altra cosa che penso, oggi giorno troppi si definiscono pagani e non lo sono nemmeno per sogno. Ma a questo punto se questo termine serve agli altri per capire chi siamo, ma non lo sentiamo nostro, perchè usarlo? Se proprio sentiamo il bisogno di definirci, diamo un nostro significato a questo termine così da distinguerci mantenendo lo stesso nome. Come per il termine strega: per molti strega detto così alla leggera è leggere qualche libro, fare qualche magia e basta. In realtà Strega detto con amore è un termine stupendo ricco di magia, di sacro, di Amore, umiltà e Armonia, qualità di una Strega insieme alla volontà e alla passione (e la conoscenza)..anche il termine sacerdotessa, che per me è molto simile al mio termine di Strega viene ormai usato con leggerezza e assume almeno ai miei occhi termini negativi quando lo leggo o lo sento pronunciare da persone ignoranti e che si credono dee -.-..

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  6. Ciao Laura sono Morgana..Inizio col dire che tramite una tastiera e uno schermo non sempre riesco a comunicare bene ciò che penso, preferisco la parola orale o un bella lettera fatta di carta e penna XD..Comunque ci provo. Secondo me non hai torto, la tua argomentazione è valida e ben curata ma però ho un mio punto di vista basato sulle esperienze fatte fin ora e sul mio percorso. Anche io spesso mi chiedo perchè devo definirmi pagano, quando so bene gli attribuiti dispregiativi che hanno creato questa parola nel passato e infatti preferisco il termine Strega, con la S maiuscolo in quanto per me questo termine rappresenta una persona maschio o/e femmina che percorre un sentiero difficile, ma ricco di soddisfazioni. Un percorso non adatto a tutti ma solo a chi desidera veramente entrare in comunione col Divino, con la Madre. Un percorso che può durare più vite e porta alla perfetta Armonia con la Grande Dea, e ti aiuta a riscoprire in te il suo s'è divino, riscoprendoti sacerdotessa del sacro. Potrei scrivere fiumi di parole su questo splendido termine ma non voglio dilungarmi e perdere di vista il tuo post. Io sono eclettico, se devo definirmi, perchè il mio percorso attinge al druidismo, dalla tradizione avaloniana, dallo sciamanesimo runico e celtico. Il tutto basato però sulla Dea, il suo culto più antico che risale a prima dei celti, il sentiero della Dea. Quando penso alla mia cultura celta si penso o quando qualcuno mi chiede di che religione sono, per far prima dico che sono pagano. E se non capiscono in quanto rispondono che quindi sono ateo o non cristiano chiarisco dicendo che sono un "celta". Oppure una Strega ma ti lascio immaginare quanto devo poi restare a spiegare perchè uso questo termine in quanto uno immagina harry potter o la strega di Halloween XD. Penso che pagano e paganesimo avendo a che fare con più culture diverse sia una parola per identificarsi in tutte quelle religioni e spiritualità prima dell'arrivo di Cristo, compreso il culto dell'Antica Madre all'inizio dei tempi. Umh mi sono perso un pò ma per dirla in sintesi il termine pagano ha purtroppo connotazioni negative e concorso su te su molte cose, ma forse piuttosto che rendere il sentiero della dea una strada a se andando oltre ai paganesimi, basterebbe ridare la luce che merita a questo termine. Anche perchè il bello o almeno secondo me, il bello del termine paganesimo, è che racchiude tutte quelle religioni nate da un unica Madre e al quale sono collegate con le stesse basi, il culto della Dea. Non so se mi sono spiegato, purtroppo sono con l'ipad, ho le dita a pezzi per scrivere i miei pensieri e con questo mezzo di comunicazione mi sento tanto limitato ..ma almeno posso mettere le faccine muahah XD..un altra cosa che penso, oggi giorno troppi si definiscono pagani e non lo sono nemmeno per sogno. Ma a questo punto se questo termine serve agli altri per capire chi siamo, ma non lo sentiamo nostro, perchè usarlo? Se proprio sentiamo il bisogno di definirci, diamo un nostro significato a questo termine così da distinguerci mantenendo lo stesso nome. Come per il termine strega: per molti strega detto così alla leggera è leggere qualche libro, fare qualche magia e basta. In realtà Strega detto con amore è un termine stupendo ricco di magia, di sacro, di Amore, umiltà e Armonia, qualità di una Strega insieme alla volontà e alla passione (e la conoscenza)..anche il termine sacerdotessa, che per me è molto simile al mio termine di Strega viene ormai usato con leggerezza e assume almeno ai miei occhi termini negativi quando lo leggo o lo sento pronunciare da persone ignoranti e che si credono dee -.-..

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  7. Interessante. E si avvicina a ciò che penso. A me piace guardare al futuro, e non amo le etichette. Non mi importa ricostruire. Il mondo ha bisogno della Dea oggi, per quello che può essere oggi, non per quello che è stata nel passato, un passato che è morto e sepolto, e pieno di elementi storici contraddittori. Da 40000 anni fa ad oggi le energie si sono trasformate, e quindi anche la Dea, ha senso voler ricostruire il passato? Io preferisco guardare avanti, concordo con te Laura.:)

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  8. il paganesimo così come è oggi mi sembra un gran minestrone e francamente io sarei dell'idea che il Movimento della Dea dovesse svincolarsi, perseguendo una strada propria. Sono troppe le raltà nel paganesimo per definirsi pagani. Personalmente mi sento a mio agio con le divinità norrene ma in effetti seguo Dea a priori, non posso definirmi solo pagana, sono seguace di Dea (finalmente a forza di leggerti ho capito perché ti riferisci a lei così! ... del resto nessuno dice "io seguo o adoro il Dio" tra i cristiani o sbaglio? Magari sì ma a me è parso di capirla cosi XD)e non altro, per me non esiste nessun altro, tutto il resto è subordinato a Lei, chiunque sia. E sì, voglio essere sacerdotessa, perché voglio dare il mio contributo senza trionfalismi per curare, guarire, aiutare, ricostruire, accogliere, assolutamente. Si fa sempre più forte questo desiderio. Supero prima o poi il gap della lingua e parto... ;)
    fulvia - neve silente

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    1. Si esatto, la mia idea era un pò questa. Non che debbano cessare altre correnti, ma che il movimento Dea possa fare un pò da macro insieme, piuttosto che essere al contrario un sottoinsieme del neopaganesimo. Una dignità propria, in cio riconoscere tanti volti e tanti cammini...
      e si, hai colto anche perchè mi sforzi di non usare l'articolo "la" davanti a Dea, nonostante io sia un'imbranata e nel parlato come nello scritto mi scappa spesso, per abitudine, di dirlo lo stesso! ;) ci lavorerò!
      E grazie una volta di più, per quanto condividi sulla tua voglia di esser sacerdotessa senza trionfalismi! <3 sappi che perqualunque difficoltà, ci sarò sempre!

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  9. "Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
    Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
    (si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")

    "L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessimo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perchè non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

    "Si è obiettato che oltre a non essere donna, Gesù non era nero, né anziano, né cinese, ecc. Questo sembra implicare che le donne non siano gli unici "outsiders". Il problema non sta nel fatto che il Gesù dei Vangeli era maschio, giovane e semita, bensì nell'identificazione esclusiva di questa persona con Dio in modo tale che le concezioni cristiane della divinità e dell'immagine di Dio sono tutte oggettificate in Gesù. La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".


    "Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perchè semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

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  10. "L'incarnazione redentrice si è realizzata sotto la livrea maschile [...] Il piano divino pur attribuendo a Cristo, nuovo Adamo, il posto eminente e unico che conviene al figlio di Dio, gli ha messo accanto una nuova Eva, a lui sottomessa e sotto la sua dipendenza."

    "Berdjaev scrisse: "Il culto della Madre di Dio, della Santissima Vergine, è sostanzialmente distinto dall'adorazione pagana del principio femminile; è l'adorazione di una femminilità completamente illuminata e serena, che ha conseguito la vittoria sull'elemento vile presente nella femminilità."
    Il testo è ovviamente interessante per la sua franca affermazione che c'è un elemento vile presente nella femminilità. La "serena femminilità" di Maria ha conseguito la vittoria su di esso. Ci si può chiedere che razza di vittoria rappresenti il ruolo subordinato di Maria nel cristianesimo. La logica conclusione è che la "serenità" del simbolo di Maria, la quale nel cristianesimo ha sempre avuto ufficialmente un'importanza minore, trae origine proprio da questa subordinazione, che è necessaria per purificare l'elemento femminile (...) Ancora più interessante è l'indimostrato presupposto di Berdjaev (e di altri) che il culto della "Madre di Dio" sia "sostanzialmente" distinto dalla "pagana" adorazione della Grande Madre, la quale presumibilmente contiene un elemento vile e sinistro, peculiare della femminilità, che viene purificato nel cristianesimo."

    già. non parliamo poi di come maria (o meglio, il suo fantoccio postulato dai teologi) abbia purificato le donne dall'avere un clitoride, un cervello e una realizzazione al di là della gravidanza (del figlio maschio, sia chiaro...)

    "Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perchè questo è precisamente impossibile. Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."

    Fa un po' pensare che Mary Daly la leggano solo le pagane, eh?

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  11. L'asimmetria educativa è quella cosa per cui quando un bambino o altro educando batte i piedi urla e scalpita per un nonnulla io educatrice non mi metto allo stesso livello per interagirvi: non ci faccio a botte per mostrare che sono più forte. Riconosco che deve imparare molte cose, e lo contengo/tratto differentemente.
    Francamente, di mettermi in simmetria con gli scleri di un certo cattolicesimo, beh basta. Non devono approvarmi se lo desiderano. Ma le mie energie sono troppo preziose e concentrate a creare e costruire, x essere sprecate nel vano tentativo di "distruggere il nemico".

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  12. L'asimmetria educativa è quella cosa per cui quando un bambino o altro educando batte i piedi urla e scalpita per un nonnulla io educatrice non mi metto allo stesso livello per interagirvi: non ci faccio a botte per mostrare che sono più forte. Riconosco che deve imparare molte cose, e lo contengo/tratto differentemente.
    Francamente, di mettermi in simmetria con gli scleri di un certo cattolicesimo, beh basta. Non devono approvarmi se lo desiderano. Ma le mie energie sono troppo preziose e concentrate a creare e costruire, x essere sprecate nel vano tentativo di "distruggere il nemico".

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